Politica

Sveglia, la rabbia dilaga Che Natale sarà?

No,non ci siamo. Il malessere dilaga e lorsignori si perdono in discussioni bizantine sulla legge elettorale, sui voli (gratis)  del compagno della Boldrinova, sulla rissa (a distanza) fra Grillo e Renzi, su Dudù a Milanello, Prodi ai gazebo, Mandela in Paradiso, Berlusconi fuori dal Senato. E intanto il Paese scappa di mano.

“Esiste una Italia che non ce la fa più” ha scritto lunedi  sul Corrierone (persino)  Beppe Severgnini da Crema. E poi:”E’ una fortuna che,negli ultimi venti anni, siano stati i megafoni  e non i manganelli”. Già, una fortuna. Ma quanto durerà? Si ha la sensazione che i politici – chiusi nelle loro torri d’avorio, aggrappati ai privilegi, lontani dai rumori delle piazze , distratti dal canto (retribuito)  di pennivendoli di regime – non abbiano ancora capito talune, urgenti,  priorità. Che sono l’econonia, il lavoro, la dignità delle persone, il fisco persecutorio, gli imprenditori sul lastrico, i disoccupati senza prospettive, gli studenti indignati, la sanità malata.

Due dati che inquietano e fanno riflettere: cresce il numero degli italiani che emigrano, anche gli stranieri fuggono (quasi dimezzati i permessi di soggiorno);resistono le badanti. Altro dato: gli italiani si curano sempre di meno, non ci sono i soldi per i ticket sanitari e i farmaci.  E che fa la classe dirigente? Fa leggi furbette.

Prendiamo l’ultima, la legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Per carità, la norma nuova è stata fatta ma – oplà –  avrà effetti nel prossimo futuro. Cioè a partire dal 2017. Campa cavallo. Per se stessa la classe dirigente applica il principio del “postdatato”, per gli altri vale il “retroattivo”.

Ci saremmo aspettati, almeno da Renzi – da domenica 15 segretario del Partito democratico, incoronato a Milano dopo la Primarie – una agenda concreta, sconquassante. Certo la sua vittoria  col 67,55% sta imprimendo  una accelerazione  alla strategia politica del Pd che ora spinge Letta a varare le riforme. Basterà? Dice il vecchio Prodi: “Sono sei mesi che ci dicono che la ripresa sta arrivando, ma qui non si vede niente.  Sì, ho votato alle primarie per paura del vuoto politico, ma per il resto io vivo già in soffitta”.

Renzi insiste, per lui la priorità è  la legge elettorale al punto da offrire a Grillo di partecipare alla sua scrittura. Il Comico gli ha risposto per le rime: “Caccia tutta la grana e andiamo a votare”.  Garantisce Antonio Polito: “Renzi, l’ex ribelle, ha voglia di costruire”. Ma i primi passi del sindaco fiorentino non sono fatti di novità: ha offerto poltrone a trombati e ripescati.  Cuperlo è diventato presidente del Partito; Pippo Civati  fa il secondo. Nella direzione nazionale ci sono D’Alema,Prodi,Bersani,Epifani,Franceschini,Veltroni,Fassino,Errani.A Franco Marini, trombato nella corsa al Quirinale, è stato trovato un posto nella Commissione di garanzia, a casa è rimasta solo la Bindi.Non mi pare un grande rinnovamento.

Occhio a Grillo. Ha scritto sul suo blog: “Il momento storico che stiamo vivendo è molto pericoloso. Le istituzioni sono delegittimate, la legge elettorale è stata considerata incostituzionale…la sicurezza è allo sbando…l’Italia ha perso la sovranità monetaria… “. Renzi e Letta sono diventati i suoi bersagli. Soffierà sulla rabbia popolare insieme al “Vaffaday” del Carroccio ora guidato da Salvini.Che ha esordito così: “La Padania è pronta a disobbedire,non ci fermeremo fino all’indipendenza”.  Che Natale sarà?

Enrico Pirondini

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