Economia

A Cremona il tasso di imprese giovanili è tra i più alti in Lombardia: 10,5%

Sono 3.185 (il 10% del totale) le imprese giovanili (under 35) sul territorio cremonese, al secondo posto (dopo Lodi con 11,1%) per incidenza in Lombardia. In tempi di crisi, quindi la voglia di fare prevale nei giovani che, in mancanza di un lavoro, si buttano nell’imprenditoria. Il dato (al 30 settembre 2013) emerge da un’indagine di Unioncamere. “Nel 2013 un vero e proprio esercito di italiani ‘under 35’ ha deciso di tentare la carta dell’impresa scegliendo di mettersi ‘in proprio’” evidenziano i ricercatori di Unioncamere. “Delle quasi 300mila imprese nate tra l’inizio dell’anno e la fine di settembre, infatti, oltre 100mila (il 33,9%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età”.

La maggior spinta imprenditoriale si vede nelle città del sud, dove hanno sede il 38,5% delle nuove imprese giovanili, con quasi 40mila attività aperte in nove mesi. I settori in cui i giovani sembrano individuare le maggiori possibilità di successo sono quelli del commercio (dove opera il 20,5% delle neo-imprese giovanili), delle costruzioni (9,4%) e dei servizi di ristorazione (5,6%). Nella grande maggioranza dei casi (il 76,8%) si tratta di imprese individuali, la forma più semplice – ma anche la più fragile – per operare sul mercato; il 15,6% ha scelto invece la forma della società di capitale, più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche ambiziosi.

Sebbene fiaccata da oltre un lustro di crisi, la vitalità del tessuto imprenditoriale italiano mostra dunque una notevole resilienza e, in particolare, una significativa tenuta della sua componente giovanile – evidenzia ancora Unioncamere -. Pur rappresentando poco più del 10% di tutte le imprese oggi iscritte alle anagrafi camerali, le imprese guidate da giovani con meno di 35 anni contribuiscono infatti per oltre il triplo di questo valore (esattamente il 33,9% nei primi nove mesi del 2013) all’afflusso di nuove forze imprenditoriali nel tessuto economico del paese. Una leva essenziale per contrastare le cessazioni di attività che, in questi anni, sono significativamente aumentate assottigliando progressivamente il saldo delle nuove forze imprenditoriali.

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