Economia

Effetto crisi, in provincia tornano i venditori porta a porta: +25% dal 2010

E’ boom di venditori porta a porta in provincia di Cremona: crescita del 25% delle imprese del settore fra secondo trimestre 2010 e secondo trimestre 2014. E’ quanto evidenziato da uno studio della Camera di commercio di Monza e Brianza, che descrive il fenomeno come un effetto della crisi economica: “Un tempo c’erano le enciclopedie. Bussavano alla porta e ti proponevano la letteratura in comode rate. Poi c’è stato il tempo del signore dell’acqua e delle bibite in vetro. Adesso anche i venditori porta a porta si adeguano al mercato, suggerendo ad esempio beveroni naturali come elisir di giovinezza e creme alle erbe”.

“Quasi 11mila in Italia le imprese attive nel settore del commercio al dettaglio mediante l’intervento di un incaricato alla vendita, in aumento del 16,1% rispetto al 2010. Danno lavoro a 14mila persone, a cui si aggiunge il popolo dei dimostratori che ha scelto la partita Iva (chi per crisi e chi per arrotondare con una seconda occupazione) e che lavora soprattutto con il passaparola, le cene dimostrative direttamente a casa dei potenziali clienti e la rete (blog, app e social) per condividere informazioni e consigli”. È quanto si legge nella nota che accompagna l’elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese.

“In Italia – si legge ancora – è il Piemonte che conta più imprese attive nel settore del commercio al dettaglio attraverso un dimostratore (2.331, anche se in diminuzione rispetto al 2010 del -5,5%), seguono il Lazio (2.212; +30,6%) e la Lombardia (1.128, +12,9%). Crescita più alta in Puglia (+54,9%)”. Per quanto riguarda le province lombarde, questo è il risultato dell’elaborazione: “In Lombardia il territorio di Milano conta 291 imprese attive nel settore del commercio al dettaglio attraverso un dimostratore (+12,4% rispetto al 2010), seguono Brescia (191, +33,6%) e Bergamo (154, -1,9%)”. Nella nostra provincia nel secondo trimestre 2014 si contano 30 imprese, il 25% in più, come già accennato, rispetto al 2010.

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