Politica

Le elezioni per la nuova Provincia aprono le crepe del Pd

Seppure tra molte contestazioni, per come è stata gestita la candidatura di Galimberti alla presidenza della nuova Provincia, giovedi sera l’assembla provinciale del Pd ha approvato la lista dei candidati a supporto del candidato presidente Carlo Vezzini. La lista è stata approvata a maggioranza, con cinque astensioni. Il dibattito e in particolare le critiche al segretario provinciale Matteo Piloni,  hanno riguardato le modalità con cui il partito ha puntato inizialmente su Galimberti per poi ‘bruciarlo’ a seguito del veto da parte del sindaco di Crema Bonaldi. Sindaco di cui lo stesso Piloni è stretto collaboratore in quanto suo assessore all’urbanistica.

Questi comunque i nomi dei candidati Pd in lista: Andrea Virgilio (consigliere provinciale uscente – assessore area vasta Comune Cremona), Stefania Bonaldi (sindaco Crema), Diego Vairani (sindaco Soresina), Ivana Cavazzini (sindaco Piadena), Davide Viola (sindaco Gadesco Pieve Delmona), Gianluca Savoldi (sindaco Moscazzano), Graziella Locci (sindaco Castelverde), Stefano Belli Franzini (sindaco Gussola), Carla Cribiù (sindaco Malagnino), Fabio Calvi (sindaco Rivolta d’Adda), Dante Baccinelli (sindaco Pozzaglio), Walter Raimondi (sindaco Pieranica).

L’assemblea provinciale era stata convocata con un unico punto all’ordine del giorno, il confronto sulle imminenti elezioni. Nella sua relazione di apertura il segretario Piloni ha illustrato le vicende degli ultimi, intensi quindici giorni, lasso di tempo nel quale la candidatura di Galimberti  (dal canto suo estremamente restio ad accettarla) è nata e nel giro di poche ore tramontata. “Evidentemente – spiega il presidente dell’assemblea, Franco Verdi – sono venute meno alcune condizioni, per motivi di vario tipo. Ad esempio, il fatto che non fosse possibile che il capoluogo esercitasse una funzione di leadership e si preferisse invece ragionare in termini di ambiti territoriali omogenei, aprendo una riflessione sul nuovo ruolo dell’ente. A quel punto il Pd ha affrettato una scelta diversa, anche se di buon valore, quella di un sindaco di un comune piccolo, ma  rappresentativo dell’idea municipale che è uno dei progetti fondativi delle nuove Province. Ne è uscita una lista rappresentativa delle diverse istanze territoriali”. Verdi riconduce tutto il dibattito nella normale fisiologia di un partito come il Pd: “Quel che conta è che si sia arrivati al riconoscimento di un’unica scelta che va sostenuta. Da qui al 12 ottobre c’è da fare un lavoro di convincimento e di sostegno a questa ipotesi di centro sinistra”.

Tra le voci critiche nei confronti del segretario provinciale si sono levate quelle di Roberto Poli, Leone Lisé, Luca Burgazzi. “E’ chiaro che il Pd non ha dato il meglio di sé, in questa occasione – afferma quest’ultimo – come è emerso in molti degli interventi fatti ieri sera. Si è visto un po’ tutto come una forzatura, senza nulla togliere al fatto che  Vezzini sia un sindaco autorevole. Ma è inevitabile ragionare  su cosa sia avvenuto, prima di arrivare a questa candidatura”. Colpa dell’estate che non ha consentito alle varie anime del Pd di parlarsi? “No, la legge la si conosceva; il tempo volendo c’era, solo che la cosa è stata gestita male. Ora comunque siamo tutti al lavoro per raccogliere le firme, e il problema della rappresentanza di Cremona è superato con la presenza dell’assessore all’area vasta Virgilio”.

All’indomani del voto si aprirà la partita del rinnovo della segreteria. “Quella provinciale non è all’ordine del giorno”, assicura Verdi, circoscrivendo semmai la questione del rinnovo alla sola segreteria cittadina, vacante da mesi e retta dai cinque presidenti dei circoli. E comunqe, anche per questa “si andrà almeno ad ottobre inoltrato”.  “Credo che un ragionamento sulla segreteria provinciale vada aperto, subito dopo le elezioni, è stato lo stesso Piloni a porre la questione”, afferma invece Burgazzi, interpretando il pensiero di molti partecipanti all’assemblea di giovedì sera.

g.b.

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