Cronaca

Bozzini (Cna) : 'Ora ci devono spiegare quanto costa smaltire i rifiuti'

Adesso il dubbio delle categorie economiche è che oltre alla Tari ci sia una serie di altri errori compiuti da “tecnici, burocrati e politici” che hanno gravato e stanno gravando sulle tasche dei contribuenti. Un atroce dubbio, visti i tempi che corrono, espresso quasi all’unisono dai rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio, Asvicom, Cna e Confartigianato nella conferenza stampa di oggi pomeriggio a poche ore dall’annuncio della giunta Galimberti che la Tari verrà ricalcolata a seguito di un errore nella suddivisione delle tariffe tra domestiche e non domestiche. Il più duro tra i rappresentanti di categoria è stato Giovanni Bozzini, presidente Cna: “Sono quantomeno infastidito dal tono con cui il sindaco Galimberti oggi in televisione ha parlato di questo errore, quasi non fosse colpa di nessuno. La realtà è che la vera genesi del tutto sta in uno Stato che ai suoi vari livelli, centrale e locale, ha perso di vista l’importanza dei contribuenti quando deve decidere di politiche fiscali. Quando alle riunioni che abbiamo avuto con il Comune dicevamo che questi coefficienti non avevano alcun senso e che bisognava ascoltare la voce dei nostri associati, ci sembrava di essere un gruppo di scolari che si stavano ribellando al voto dei professori. Non ci voleva un economista per capire che qualcosa non andava, nel momento in cui delle aziende si trovavano a dover pagare il quadruplo rispetto all’anno prima. Molte nostre aziende stanno già da tempo efffettuando la pesatura dei propri rifiuti, bastava partire da lì.  Nonostante le velate minacce al nostro indirizzo, ad esempio quella di toglierci le rateizzazioni, noi siamo andati avanti, spinti dalla nostra base, e per fortuna l’abbiamo fatto. Avremmo anche potuto ricorrere al Tar, che ci avrebbe dato ragione”.

Ma dalla Tari –  pasticcio a quanto pare frutto di un errore degli uffici comunali –  Bozzini passa direttamente ad un’altra forte accusa, stavolta contro il gestore del servizio, che per svolgerlo percepisce 10 milioni di euro all’anno. “E’ ora di conoscere una volta per tutte quanto costa smaltire i rifiuti a Cremona. Perchè a Casalmaggiore, con la Casalasca, questo dato è noto, mentre a Cremona con Aem Gestioni no? A Casalmaggiore costa 150 euro a tonnellata, 18 centesimi al chilo, con l’addizionale. Se fino adesso, a Cremona, abbiamo accettato di tutto, è arrivato il momento di conoscere una volta per tutte quanto ci costa il servizio, visto che siamo noi gli azionisti principali perchè la Tari è a totale carico dei contribuenti”. Durissima anche la bordata contro i politici che non si sono accorti prima dell’errore: “Evidentemente era stato scelto di privilegiare l’utenza privata perchè aveva un peso elettorale superiore a quello delle categorie economiche”.

Sulla stessa linea gli interventi degli altri presidenti: “La nostra – ha spiegato Giuseppe Bini di Confesercenti – è stata una battaglia sacrosanta, che ha spinto l’amministrazione a guardare a fondo nei conti. La battaglia per la Tari è solo iniziata, fra una settimana ci rincontriamo per il fondo di solidarietà e poi c’è da discutere il tributo per il 2015. Chiediamo al Comune di cambiare passo rispetto a toni e modi usati finora nei confronti delle associazioni”. 30mila circa le utenze domestiche, 5mila quelle non domestiche. Ma su queste ultime è stato messo quasi il 60% del carico fiscale Tari, contro il 40 attribuito alle utenze domestiche: doveva essere il contrario. E’ stato così che le utenze non domestiche sono state caricate di circa 1,5 milioni in più rispetto al dovuto. “Da un primo calcolo approssimativo – continua Bini – emerge che le nostre aziende hanno pagato almeno il 20% in più di quanto dovuto. Ci chiediamo se sia successo qualche altra volta”.

Claudio Pugnoli, presidente Confcommercio, ha ricordato il puntuale lavoro di ricognizione, analisi dei dati e ascolto degli associati da parte della struttura Confcommercio di Cremona, elogiando esplicitamente il contributo dei gruppi merceologici più colpiti, in particolare Magri, Vigilante e Vacchelli. “Guardiamo però anche il bicchiere mezzo pieno- ha detto -. Questa amministrazione ha ammesso gli errori, è un buon inizio per avviare nuove forme di collaborazione. Noi non siamo vacche da mungere, né bancomat, esigiamo il rispetto che ci è dovuto. Giusto pagare, ma avendo la certezza di pagare il giusto”. Sconcerto per quanto venuto alla luce è stato infine espresso da Berlino Tazza, presidente Asvicom.

g.b.

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