Politica

'Mi scuso, ma telefonate erano legittime Su di me polemiche fuori misura'

foto Sessa

AGGIORNAMENTO ORE 20 – L’assessore Alessia Manfredini spiega i contorni delle telefonate avute con Federico Zamboni.

“Sei frasi forse appuntate su bigliettini durante colloqui legittimi. Diffuse alla stampa direttamente o tramite terzi senza un contesto di riferimento. E’ questo quello di cui stiamo parlando. E’ questo l’oggetto di questa Commissione Vigilanza a cui certamente non mi sottraggo per profondo senso istituzionale e di responsabilità, per la volontà di chiarire una volta per tutte questa polemica strumentale sul nulla costruita a miei danni. Il dottor Zamboni ha percepito e giudicato i contatti intercorsi con lui come ‘pressioni’. In base a quale motivazione? Non sono state certo minacce, come ha detto lo stesso dottor Zamboni: ci sarebbe un procedimento nelle sedi opportune, non una denigrazione mediatica. Si tratta, invece, di valutazioni politiche, di opinioni politiche. Ed è su questo che sono stata messa pubblicamente sulla graticola.

Detto questo, mi si chiede se ho detto quelle frasi? Io non trascrivo le telefonate, anche se potrei avere detto quelle frasi, certamente ce ne sono molte altre che non si è ritenuto di rendere pubbliche.

Tra l’altro, poiché non sono abituata a fare monologhi al telefono certamente anche il mio interlocutore durante la conversazione poneva delle domande e interagiva con me, forse con la volontà in seduta stante di prendere appunti e ponendo drammaticamente e in silenzio un problema di fiducia a senso unico.

Se il linguaggio non è sembrato consono e ha urtato la sensibilità del dottor Zamboni me ne scuso, ma rivendico la legittimità di aver telefonato al presidente di una società Controllata (indicato dalla politica) per condividere l’indirizzo dell’Amministrazione, non nuovo tra l’altro, sull’inceneritore e cercare di ricondurre tutti alla partecipazione nella stessa data (per di più proposta dallo stesso Presidente Marcello Ventura) per affrontare al meglio il tema dell’inceneritore, come fatto nella Commissione Ambiente del 18 marzo scorso. Un richiamo legittimo al buon senso. Che rifarei dentro un normale rapporto di fiducia tra politica e chi è indicato dalla politica.

Fa parte del ruolo di un Amministratore avere relazioni con i rappresentanti delle partecipate e delle controllate nell’ottica di indirizzo e controllo previsto dalla legge. Fa parte del ruolo di un amministratore capire se i vertici delle partecipate e delle controllate seguono gli indirizzi espressi dalle istituzioni che li ha indicati, indipendentemente da chi le rappresenta, se ne condividono la direzione e i progetti. Le dimissioni annunciate prima che rassegnate dal dottor Zamboni hanno certificato in ritardo questa distanza.

Stupisce che in questi otto mesi il dottor Zamboni non abbia mai manifestato all’amministrazione comunale alcuna perplessità sulle politiche dell’Amministrazione circa la gestione dei rifiuti in forma verbale o scritta a me o al Sindaco, forse sarebbe stato utile oltre che un dovere. Rispetto alle tanto discusse lettere inviate al Governo, lettere che rivendichiamo e che erano dovute a seguito di un indirizzo votato dal Consiglio comunale a novembre, rivendichiamo l’espressione utilizzata per descrivere l’inceneritore, ovvero ‘meno performante’, la stessa espressione utilizzata da Regione Lombardia nella delibera di marzo 2014 contenente i dati di Regione Lombardia e Arpa sull’efficienza energetica, che ha dato il via all’accordo sottoscritto proprio dall’ex sindaco Oreste Perri, dall’ex Presidente della Provincia Salini e dall’Assessore regionale Terzi per il tavolo di lavoro sul decommissioning. Ma questo forse consiglieri e media locali non se lo ricordano.

Questa vicenda ha investito la mia persona di polemiche mediatiche strumentali e fuori misura, di illazioni che non hanno nulla a che fare con la normale e sacrosanta dialettica politica tra maggioranza e opposizione. In queste settimane si è andati oltre. Sto valutando eventuali atti a tutela della mia persona e della mia onorabilità.

Voglio concludere ribadendo ciò che mi ha spinto, mi spinge e mi spingerà in questa bellissima esperienza politica: il bene comune. Il mio, il nostro, faro quotidiano. Rispondere alle domande e alle esigenze dei cittadini è quello che continuerò a fare, fuori da ogni polemica strumentale e autoreferenziale”,

Il Pd fa quadrato attorno all’assessore Alessia Manfredini, nella commissione Vigilanza che il presidente Marcello Ventura (Fratelli d’Italia – An) ha voluto riconvocare a due settimane da quella andata a monte l’11 marzo scorso. Il tema, allora, riguardava il rapporto tra Comune e Aem / Lgh per quanto riguarda le ipotesi di dismissione dell’inceneritore. Oggi l’argomento politicamente più caldo è quello delle presunte pressioni che l’assessore all’Ambiente Alessia Manfredini avrebbe esercitato sull’allora presidente di Aem Gestioni Federico Zamboni, dimessosi, per non farlo partecipare a quella seduta.

“Rapporti tra Comune di Cremona ed Aem Gestioni; contenuto delle telefonate intercorse tra l’assessore Alessia Manfredini e il dott. Federico Zamboni”, questi i due punti all’ordine del giorno. Il Pd attraverso vari interventi fa di tutto per rinviare le risposte della Manfredini. Inizia Giovanni Gagliardi, Pd: “Il presidente (della Vigilanza, ndr) ha poteri ben definiti. I presidenti delle commissioni collegiali hanno un potere di direzione; è un primus inter pares. E’ un rapporto di primazia, quindi non di gerarchia. I presidenti di commissione non hanno nessun potere particolare se non la direzione e la conduzione dei lavori; non hanno alcun potere istruttorio, inquisitorio o accusatorio. Se si ritiene che vi sia un reato si deve andare in procura. Siamo nell’ambito amministrativo. Non esiste nessuna censura rispetto al modo con cui un amministratore parla ad un altro amministratore; è un qualcosa che non compete all’esame di questa commissione. La Manfredini deve rendere conto dell’azione amministrativa, ma non delle modalità del suo comportamento perchè nessuno qui ha questo potere.” A Fasani: “Non ti riguarda il modo con cui l’assessore si è rivolta al presidente di Aem gestioni; inoltre, sono uscite le risposte, a quelle telefonate, ma non le domande”.

Roberto Poli: “Convocare una commissione sui contenuti di una telefonata è paradossale. Avete perso il senso della misura. Il vero tema non sono le telefonate, ma il contenuto: inceneritore sì o inceneritore no”.

La riunione era iniziata poco prima delle 19, in una saletta affollatissima: oltre ad Alessia Manfredini, il sindaco Galimberti, l’assessore al Bilancio Manzi, il vicesindaco Ruggeri. Federico Fasani, Ncd, parla per primo e cerca di portare la discussione sui temi cari alla minoranza: pressioni sul presidente di Aem Gestioni; conferma da parte della Manfredini sulle frasi effettivamente dette; verità sullo studio commissionato da Aem al Politecnico, che Fasani sta chiedendo da mesi che venga divulgato.  In più il consigliere aggiunge un’altra questione, quella delle slides sulle emissioni dell’inceneritore che avrebbero dovuto essere presentate ad un tavolo regionale sul decomissioning e che invece sono ‘saltate’. “Le mie domande sono molto semplici – afferma Fasani –  Non è stato consentito che vi fosse una lettura trasparente dei dati (sulla funzionalità dell’inceneritore, ndr). Non sappiamo se queste frasi (a Zamboni) sono state effettivamente dette. Si è parlato di mail spedite da Manfredini al gestore dell’impianto al fine di far eliminare da quella presentazione i dati che non facevano comodo all’assessore. Se confermate, queste frasi modificano le possibilità di lettura degli elementi a disposizione del consiglio comunale, al solo fine di mantenere una promessa elettorale.

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