Padania Acque, i sindaci incalzano 'Si decida la fusione entro giugno'
Fondamentale passo avanti per la fusione tra Padania Acque Gestione e Padania Acque patrimoniale, le due società ‘sorelle’ ma in realtà separate in casa con gravi ritardi nell’attuazione dei risparmi da economia di scala, efficientamento e soprattutto investimenti sule reti. Venerdì sera l’assemblea dei sindaci-azionisti delle due società ha deciso che entro fine giugno i consigli di amministrazione presentino un progetto comune per dare concretezza a quello che oltre il 70% dei consigli comunali della provincia ha già deliberato, ossia la fusione per incorporazione della gestionale nella Patrimoniale. A Cremona l’atto di indirizzo è stato votato lo scorso dicembre, suscitando le polemiche dei rappresentanti del centrodestra e in particolare di Forza Italia. Una delle obiezioni emerse anche ieri sera da chi fa resistenza alla fusione è che in realtà i consigli comunali abbiano votato un progetto di fusione elaborato ‘in casa’ della Patrimoniale e non della Gestionale. Posizione contraddetta da chi invece sostiene la necessità di una fusione celere, facendo leva sul fatto che le due società fanno parte del medesimo gruppo economico, diviso al suo interno in due tronchi per effetto di una legge ormai superata che imponeva la diversificazione tra proprietà e gestione delle reti. Legislazione in continuo divenire negli ultimi anni e tutt’altro che definita anche allo stato attuale, ma con un punto fermo: l’input del Governo sulle società di servizi pubblici è quello di una drastica riduzione delle partecipate. Fare ostruzione ai processi di fusione equivale a bocciare i prinicpi della spending review entrati nell’agenda del governo da Cottarelli in poi.
Ciononostante le resistenze alla fusione ancora ci sono da parte della Gestionale, che avrebbe nel cassetto solo un progetto di massima e non invece un vero e proprio piano di fattibilità già da tempo approvato dalla Patrimonale. Presieduta quest’ultima da Alessandro Lanfranchi, sostenuto dal Pd, mentre al vertice della Gestionale siede Ercole Barbati, di Forza Italia. L’assemblea di ieri sera era formalmente nata da una convocazione della Patrimoniale per l’approvazione del Bilancio. In previsione di questo appuntamento, i maggiori azionisti (ossia i sindaci dei tre comuni principali e il presidente della Provincia Carlo Vezzini), avevano chiesto al Cda della gestionale di considerare in quella stessa sede, l’approvazione di una delibera che desse il via libera alla fusione. Cosa non ancora avvenuta, a dimostrazione delle resistenze, forse di bandiera, forse di poltrona, che ancora dividono quello che a tutti gli effetti è il gestore unico del servizio idrico in provincia di Cremona.
Che la strada non sia semplice verso la fusione lo sa bene anche la Patrimonale, che infatti ha sempre evidenziato, presso i sindaci azionisti e i rispettivi consigli comunali, la necessaria verifica di alcune condizioni: rispetto degli indirizzi dei consigli comunali, valutazione dei rischi; costi contenuti e tempistica ravvicinata. Dell’assemblea di venerdì il presidente della patrimoniale Lanfranchi dà comunque una valutazione positiva: “Finalmente un atto chiaro, dettato dai sindaci e con tempi ben precisi, per arrivare all’aggregazione delle due società in modo da rendere veramente operativa l’attuazione degli interventi previsti dal piano d’ambito”.
“Nell’assemblea di Padania Acque gestione – scrivono in una nota il segretario provinciale Pd Matteo Piloni e la responsabile Ambiente Francesca Pontiggia – i sindaci della provincia, all’unanimità, hanno dato mandato ai consigli di amministrazione di realizzare ‘il progetto che preveda i minori rischi, costi contenuti e tempi brevi’. Progetto che dovrà essere consegnato ai soci, e approvato, entro la fine di giugno, tenendo conto dell’indirizzo già espresso dalla maggioranza degli Enti Locali soci nei consigli comunali.
Un mandato chiaro, e una scelta ben precisa, che i sindaci hanno dato per proseguire nel percorso di fusione e costituzione dell’unica società dell’acqua che dovrà nascere entro la fine dell’anno.
Questo importante passaggio di efficentamento, razionalizzazione e risparmio delle aziende partecipate è la risposta alla necessità di poter mettere Padania Acque nelle condizioni di poter costruire il percorso di fusione nel miglior modo possibile, tenendo conto delle ricadute sui territori, vero nodo critico che merita la massima attenzione da parte di tutti.
Gli investimenti sul nostro territorio saranno di 400 milioni nei prossimi 20 anni e saneranno le situazioni di criticità esistenti a cominciare dai comuni a rischio infrazione UE. Anche per questo il PD sta sostenendo con determinazione questo processo, strategico per l’intero territorio provinciale”.
g.b.
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