Politica

Aem, azienda che rischia di affondare? Le scelte passate dividono il Pd

Foto: Sessa

Atmosfera tesa tra le fila della maggioranza in merito al Piano del Comune per salvare Aem, che ha chiuso il 2014 con un passivo di 14 milioni di euro. Un clima di disagio che si è cercato di non far emergere, ma che appare abbastanza chiaro dalle dichiarazioni piuttosto discordanti tra sindaco e consiglieri della stessa maggioranza. Il piano è stato presentato in Consiglio comunale dallo stesso sindaco Gianluca Galimberti, che ha evidenziato la necessità di salvare l’azienda. “Senza queste azioni poteva essere compromessa la continuità aziendale”. Insomma, per il sindaco “Il mondo delle partecipate sta cambiando” ha detto il primo cittadino.

Dello stesso parere il consigliere Roberto Poli, che ha evidenziato come la storia di Aem Spa sia “una storia positiva, che ha contribuito alla crescita della città stessa”. Ma che ora “presenta un problema strutturale. Non è una banale crisi di liquidità temporanea, l’impossibilità di pagare le rate dei debiti mettono in difficoltà l’azienda”.

Ma se l’amministrazione si pone la missione di “salvare” l’azienda, il capogruppo del Pd in Consiglio, Rodolfo Bona, ha voluto precisare che “non c’è nulla da salvare. E’ una azienda sana che ha solo bisogno di essere messa a regime in modo ordinato. Già come evidenziato in passato da Albertoni. Una azienda che in passato si è assunta degli oneri e ja fatto degli investimenti perché ha voluto sostenere una infrastrutturazione fondamentale. L’azienda continuerà a svolgere il proprio ruolo strategico”.

Insomma, se il sindaco vuole tagliare decisamente con il passato, c’è chi invece tiene a non voler dimenticare quanto fatto da chi c’era prima, e in particolare le amministrazioni di centrosinistra che hanno preceduto la Giunta Perri.

Anche il consigliere comunale Luigi Amore (Obiettivo Cremona) ha messo in luce alcuni aspetti delle passate gestioni: “Siamo arrivati a questa situazione per scelte fatte negli ultimi 5-10 anni o anche prima – evidenzia -. Adesso Aem non si può più spremere. Ma bisogna capire come siamo arrivati ad accumulare questo debito. Vorrei conoscere le revisioni dei conti e le scelte fatte da aem in questi 10 anni. Come i 44 milioni di infrastrutture che nel 2007-2008 il Comune ha venduto ad Aem, incrementandone il debito. Mi scandalizzo vedendo che qualcuno fa finta di nulla anche se in passato ha ‘munto la mucca Aem’. Accettare lezioni sulla trasparenza da chi non è mai stato trasparente mi sembra assurdo” Così come è assurdo, sempre secondo Amore, “Chiedere la cura al medico che ha provocato la malattia”.

Ancora più pesante l’intervento di Carpani, che non ha salvato neppure la giunta Perri: “Ci sono state operazioni folli, fatte prima dal vecchio Pd, che gestisce l’azienda da 20 anni, e poi ancora dalla amministrazione Perri. Come la vendita di Cremona City Hub nel 2013 per 12 milioni quando ne valeva 7. Ricordo di aver dato battaglia agli assessori perché il Comune vendeva ad Aem immobili per recuperare liquidità”.

Eppure anche tra le fila dell’opposizione c’è chi insiste nel difendere la buona salute dell’azienda e si oppone all’alienazione del suo patrimonio. “Penso che Aem possa arrivare a sanare la situazione senza arrivare a venderla – ha detto Ferruccio Giovetti (FI) -. L’azienda è arrivata fino qui senza alienare il patrimonio che appartiene dei cremonesi. Non condivido che si voglia coprire la perdita riducendo il capitale sociale, 20% del patrimonio”.

LaBos

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