Economia

La Fiera del Bovino compie 70 anni, oggi il via a Cà de Somenzi

foto Sessa

Inaugurate questa mattina a Cà de Somenzi le Fiere Zootecniche Internazionali, momento clou dell’annata agricola cremonese, punto di riferimento nei settori del latte, della suinicoltura e dell’avicoltura a livello europeo.? ‘Questa Fiera del Bovino è fondamentale perché la filiera agroalimentare e zootecnica è una nostra linea di sviluppo d’eccellenza: continuiamo a lavorare insieme alla Fiera per implementarla e valorizzarla’, ha commentato il sindaco Gianluca Galimberti al taglio del nastro, accanto al presidente di Cremonafiere Antonio Piva, all’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, al presidente della Provincia Carlo Vezzini, al sottosegretario Luciano Pizzetti e altre autorità. 841 i marchi presenti? quest’anno,  70 eventi tra seminari, congressi e workshop?, oltre 250 relatori;  400 ‘campionesse’ in mostra?. La Fiera conta di bissare quest’anno i 61.537 visitatori del 2014, di cui 3.700 esteri  provenienti da 20 Paesi.

In Lombardia la produzione agroindustriale supera i 12,2 miliardi di euro, e la sua componente agricola vale 7,2 miliardi (il 14,2% del totale nazionale). Sempre in Lombardia sono attive più di 67.000 aziende nel settore della produzione agricola e delle attività connesse, compresa la trasformazione.

La storica fiera zootecnica ??del Bovino da Latte, si è arricchita negli anni dalle rassegne Italpig,  Expocasearia, IPF – International Poultry Forum. CremonaFiere ha deciso di riunire queste quattro componenti per facilitare l’incontro, il confronto e lo sviluppo di nuove relazioni tra gli operatori italiani e internazionali, e naturalmente facilitare le aziende che operano in più di un settore.

“Credo che Cremona sia il naturale luogo del dibattito sull’agricoltura e, se la zootecnia riparte, riparte idealmente da qui”, ha dichiarato l’assessore Fava. “La congiuntura che sta accompagnando la zootecnia padana nel suo complesso, e parliamo della filiera più evoluta d’Europa – ha dichiarato Fava – è in forte difficoltà. Forse non è ancora entrata nella fase di compromissione, come ha affermato il presidente Piva, ma di certo la sua preoccupazione è legittima. La Fiera del bovino da latte di Cremona potrà essere la cartina di tornasole dell’interesse degli allevatori a investire, usufruendo anche delle risorse pubbliche che il Psr della Lombardia ha messo a disposizione”. Senza dubbio la capitale del latte, in questi giorni, sarà sulle rive del Po. “Ringrazio per la sensibilità il presidente Di Gioia per aver acconsentito alla mia richiesta di convocare a Cremona la Conferenza delle Regioni”.

Sul tema del latte, Fava ricorda l’intraprendenza della Francia, “che ha investito 1 miliardo e 150 milioni, contro i 25 milioni di euro a disposizione dell’Italia, con i quali, al massimo, ritirerà 100mila forme di Grana Padano e Parmigiano-Reggiano. Questo significa che, per due Dop che producono circa 8 milioni di forme, gli aiuti sono come cercare di svuotare il mare con una paletta”.

Fondamentale sarà l’azione a sostegno degli allevamenti. “Serve che si chiuda la querelle sul latte – ha specificato l’assessore lombardo – imponendo i contratti scritti, che con l’intenzione di aiutare i produttori, si sono trasformati in contratti inviati unilateralmente dall’industria di trasformazione”.

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