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Cronaca

Gli auguri del sindaco e della Giunta ai dipendenti con Paolo e Michelangelo

Gli auguri del sindaco e della Giunta ai dipendenti con Paolo e Michelangelo. “Diamo la nostra vita e non dimentichiamoci del mondo che c’è fuori dal Comune".

Un Natale dedicato ai nostri figli. Questo lo spirito del momento voluto dal Sindaco del Comune di Cremona e dalla Giunta per portare ai dipendenti comunali i propri auguri in occasione delle festività natalizie. L’Ufficio di Gabinetto, per l’occasione, ha voluto valorizzare il Torneo mondiale di Microfiabe, organizzato dal Museo della Civiltà Contadina Cascina ‘Il Cambonino Vecchio’, che quest’anno ha raccolto 113 testi brevi provenienti da scrittori di ogni età e che a breve sfocerà in una piccola pubblicazione. Così, Paolo, vincitore del premio speciale del Torneo, accompagnato da suo papà, ha suonato tre pezzi musicali con il violoncello, e Michelangelo Bernabé, figlio di una dipendente comunale, ha letto due microfiabe: quella vincitrice del torneo ‘Il caldo fa male’ di Simona Ravara e quella di Paolo Maggi dal titolo ‘Il ragazzo dagli occhi a mandorla’.
Proprio dal testo di Paolo il sindaco è partito per il suo breve saluto. “Bisogna essere come la giraffa di Paolo – ha detto il sindaco – che allunga il suo collo e guarda oltre. Bisogna essere come il ragazzo con gli occhi a mandorla capaci di vedere e di colorare l’arcobaleno. Bisogna continuare ad avere in mente non solo il proprio albero, ma la foresta intera. E sapere che ci sono e ci saranno temporali, provare a relativizzare e risolvere. Bisogna riacquistare un po’ di speranza, consapevoli della fortuna che abbiamo e non dimenticandoci mai del mondo che c’è fuori dal Comune. Facciamo questo servizio dando tutta la nostra vita. Ripartiamo dal ragazzo con gli occhi a mandorla: è il motivo vero per cui noi lavoriamo in un Comune al servizio della città”.

La microfiaba di Paolo Maggi
IL RAGAZZO DAGLI OCCHI A MANDORLA

C’era una volta una foresta incantata, dove regnava l’amore tra tutte le creature. Ogni mattina, al canto del gallo, gli animali più anziani raccontavano ai giovani le loro storie di vita.
Un giorno, la giraffa, allungando il proprio esile collo, annunciò l’arrivo di un ragazzo dagli occhi a mandorla. A quelle parole, il cielo d’un tratto si oscurò e un violento temporale s’abbatté sulla foresta incantata.
L’arcobaleno faceva capolino tra i monti, quando Re leone ringhiando mostrava i suoi feroci canini e i suoi aculei artigli. Il ragazzo raggiunse il leone e lo baciò teneramente.
Il gallo cantò.

Paolo Maggi

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