Cronaca

Truffa all'Inps: stranieri con la pensione vivevano all'estero, 39 a processo

Sono 39 gli stranieri che risultano imputati in un processo davanti al gup Christian Colombo per truffa all’Inps. Per l’accusa, avevano percepito, non avendone diritto, l'assegno sociale.

L'avvocato Simona Bozuffi
L’avvocato Simona Bozuffi

Sono 39 gli stranieri che risultano imputati in un processo davanti al gup Christian Colombo per truffa all’Inps. Per l’accusa, avevano percepito, non avendone diritto, l’assegno sociale. Si tratta di una particolare forma di previdenza che viene riconosciuta ai cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari, e ai loro rispettivi congiunti, che abbiano compiuto 65 anni e che si trovino in disagiate condizioni economiche, a prescindere dal fatto che abbiano versato contributi. Requisiti fondamentali sono la residenza effettiva ed abituale in Italia e il soggiorno stabile e continuativo nel territorio del paese.

Così non era per gli imputati a processo a Cremona. Almeno secondo la procura. Tra i 39 finiti davanti al giudice ci sono cittadini indiani, marocchini, argentini, ecuadoregni, russi, romeni, cinesi e albanesi di età compresa tra i 73 e gli 89 anni. Sono accusati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

L'avvocato Massimiliano Cortellazzi
L’avvocato Massimiliano Cortellazzi

C’è ad esempio Singh, indiano di 78 anni residente a Motta Baluffi, difeso dall’avvocato Simona Bozuffi, che aveva omesso di informare la locale sede Inps della propria assenza dal territorio dello Stato per i periodi da febbraio a ottobre del 2008 e da febbraio a maggio del 2009, conseguendo in tal modo indebite erogazioni di assegni sociali da parte dello Stato per 404 euro. Oppure Kristina, albanese di 74 anni residente a Cremona, assistita dall’avvocato Massimiliano Cortellazzi, che non aveva dichiarato la propria assenza dal territorio, percependo comunque assegni sociali per 4.120 euro.

Grazie alle indagini partite dall’analisi dei dati messi a disposizione dall’Istituto di previdenza, è stato possibile individuare coloro che percepivano l’assegno, con accredito in conto corrente, pur avendo fatto ritorno ai loro paesi di origine o essendosi assentati dall’Italia per più di 30 giorni consecutivi senza dare alcuna comunicazione, cosa che avrebbe fatto scattare la sospensione temporanea dell’assegno come previsto dalla legge.

L’udienza preliminare entrerà nel vivo il prossimo 16 giugno.

Sara Pizzorni

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