Politica

Riforme costituzionali, in sala Puerari confronto acceso tra Corada e Pizzetti

Acceso confronto sulle riforme costituzionali, in sala Puerari, tra il presidente provinciale dell’Associazione partigiani ed ex sindaco di Cremona, Gian Carlo Corada, e il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti. L’iniziativa, assai partecipata, perlopiù da delegati sindacali, è stata organizzata dalla Cgil. Ad aprire il dibattito è stato il segretario provinciale della Camera del Lavoro Mimmo Palmieri, che ha ricordato il percorso di “riflessione e impegno” intrapreso dal sindacato in tre anni per arrivare a sostenere il no al referendum sulle revisione della costituzione. Poi via al dibattito nel quale Pizzetti, dopo aver ribadito le sue riserve sulla scelta del premier Renzi di personalizzare la consultazione elettorale, ha difeso le ragioni della riforma. “Snellirà le procedure di produzione delle leggi, metterà ordine tra le competenze dello Stato e delle Regioni e crea finalmente una vera Camera delle Autonomie”. Respinge poi la deriva autoritaria di cui molti parlano in merito al combinato disposto Legge elettorale (Italicum) e riforma costituzionale. Di rischio “autoritarismo” parla invece Corada, sugli effetti congiunti di Italicum e riforma. E sull’elezione dei consiglieri regionali nel nuovo Senato prospetta il rischio che gli stessi saranno più ligi verso le direttive del partito piuttosto che verso le istanze dei territori. Botta e risposta, poi, quando si è parlato dei risparmi che la riforma dovrebbe portare. “Non più di 40/50 milioni”, ha detto Corada. “Molti di più, fino a 500, in prospettiva”, ha replicato Pizzetti. Presente al convegno anche Danilo Barbi, che ha spiegato il perchè il sindacato, pur lasciando libertà di voto agli iscritti, si è schierato ufficialmente per il No. “Con questa riforma si concentrano i poteri senza creare adeguati contrappesi. Il sistema sarà più accentrato, il governo avrà troppi poteri rispetto al Parlamento e lo Stato verso le Regioni. Diminuirà così la partecipazione popolare”. Per quanto riguarda gli altri due sindacati confederali, come è noto, la posizione della Cisl è per il Sì mentre la Uil non si è espressa.

Simone Bacchetta

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