Cronaca

Dipendenti a difesa del Juliette. Il 'chiacchierato' Ghirardi teste in aprile

Spunta un'intercettazione in cui si parla di Luca Toni, ex calciatore, campione del mondo nel 2006 con la Nazionale italiana. La telefonata è tra uno dei testimoni e Luca Pizzi: “Stasera gli facciamo fare due gol, al bomber”. Per il teste, nessun riferimento sessuale.

Nella foto, da sinistra Andrea Grammatico, Luca e Marco Pizzi

C’era chi si dedicava alle pubbliche relazioni, c’erano i clienti, il direttore del locale, il cameriere di discoteca, quello di ristorante, quello di sala. Sono i testimoni chiamati dalla difesa nella nuova udienza del processo ‘Juliette’, il ristorante discoteca di via Mantova dove, per l’accusa, si organizzavano serate di sesso a pagamento con le escort e dove giravano fiumi di cocaina. Tra i testimoni avrebbe dovuto esserci anche Tommaso Ghirardi, l’ex presidente del Parma Calcio, che però ha mandato una giustifica. Ufficialmente per impegni di lavoro. Dovrebbe essere presente per la prossima udienza, fissata al 4 aprile.

Imputati nel procedimento sono i titolari del locale, i cugini Marco e Gianluca Pizzi, entrambi accusati di aver favorito la prostituzione delle ragazze al Juliette e di aver ceduto cocaina ai clienti facoltosi e l’ex vice comandante dei carabinieri di Vescovato Andrea Grammatico, accusato di aver portato all’interno del locale la cocaina, dandola ai Pizzi, che a loro volta la regalavano ai clienti. L’ex militare deve anche rispondere dei reati di falso, calunnia, concussione e tentata concussione. Per la procura, avrebbe pure effettuato arresti illegali. Tra gli imputati, anche David Mazzon, ex titolare del Tabù di Vescovato, accusato di aver ceduto cocaina a diverse persone, tra le quali l’ex maresciallo Grammatico, e Ilham El Khalloufi, moglie marocchina di Marco Pizzi, accusata di aver favorito la prostituzione nel locale. Accusa che oggi ha respinto davanti al collegio presieduto dal giudice Maria Stella Leone con a latere i colleghi Francesco Sora ed Elisa Mombelli. L’imputata, che dal 2007 lavora in una scuola d’infanzia nel bresciano, ha spiegato che il suo compito all’interno del locale era solo quello di accompagnare ai tavoli le ragazze immagine.

“Non ho mai visto scene di sesso al Juliette”, “non ho mai accompagnato clienti nelle stanze per consumare stupefacenti” e “non ho mai visto girare droga nel locale” sono invece le frasi ricorrenti pronunciate dal personale, la maggior parte ancora al lavoro al Juliette. Chiamati a testimoniare anche alcuni clienti, amici di vecchia data dei cugini Pizzi. Uno dei clienti più facoltosi e assidui era proprio l’ex presidente del Parma Calcio Tommaso Ghirardi. “Sì, l’ho visto”, ha confermato Alessandro, che al Juliette ha lavorato quasi cinque anni come direttore. “Era un carissimo amico di Gianluca Pizzi. Con lui e con altri clienti vip, i camerieri dovevano avere attenzioni maggiori. Ad esempio gli veniva consentito di passare dal retro per raggiungere più velocemente i tavoli, ma non l’ho mai visto salire in casa di Gianluca Pizzi”. “Tommaso Ghirardi è un amico”, aveva in effetti confermato la scorsa udienza lo stesso Gianluca Pizzi: “Frequentava la mia casa e quando arrivava al Juliette e magari era stanco lo mandavo in una delle stanze a riposare”.
Per gli inquirenti, invece, l’ ex presidente del Parma avrebbe usufruito di prestazioni sessuali a pagamento. “Frequentava il locale il venerdì sera”, aveva spiegato in aula il maresciallo dei carabinieri Nicola Caroppi, che ha seguito tutta l’indagine. “Aveva sempre un grosso seguito di amici e aveva a disposizione le ragazze. Era uno dei più danarosi e il più propenso a spendere”. “Nel corso delle indagini”, aveva affermato il militare, “è emerso che le ragazze cercavano di essere collocate quando c’era lui perché si guadagnava di più”.

Tra i testi sentiti, anche Marco, che per il Juliette cura le pubbliche relazioni. “Sono fuori dal giro”, gli ha detto scherzosamente la presidente del collegio Maria Stella Leone. “Mi spieghi bene cosa fa un pr”. “Cerca i clienti da portare al locale e poi prende una percentuale”, ha risposto il testimone: “Gli amici si fidano perché evidentemente ho fascino” ha detto il pr, suscitando sorrisi in aula, “e perché sono il valore aggiunto, l’opinion leader del gruppo”. A Marco il pr è stata contestata un’intercettazione del 5 settembre 2014, una telefonata con Luca Pizzi nella quale Pizzi gli comunicava che Luca Toni, ex calciatore, campione del mondo nel 2006 con la Nazionale italiana, lo aveva chiamato dicendogli che voleva passare una serata al Juliette. “Stasera gli facciamo fare due goal al bomber”, aveva commentato Marco. Pizzi aveva riso, dicendo: “Gliela fai mettere nel sette, perché il calcio di rigore non può sbagliarlo stasera”. “Ma si riferiva a rapporti sessuali?”, è stata la domanda di uno dei difensori. “No”, ha risposto il testimone, “si diceva in tono scherzoso”. Agli atti, però, c’è una successiva intercettazione telefonica nella quale Luca Toni chiedeva a Pizzi il numero di Thais, la ragazza brasiliana ‘preferita’ da Tommaso Ghirardi.

Un locale, il Juliette, che, come riferito da Alessandro, all’epoca direttore, movimentava in una sola serata, tra ristorante e discoteca, soprattutto il mercoledì in estate, tra le due mila e le tremila persone. Una cinquantina, invece, il personale che ci lavorava. Come Andrea, cameriere di discoteca, che oggi ha dichiarato che le ragazze immagine si limitavano a stare al tavolo e a fare compagnia ai clienti. “Non ho mai visto scene in sesso in cambusa”, ha detto invece Silvia, che ha lavorato al Juliette come cameriera. Per gli inquirenti, la cambusa, il locale adibito alle ordinazioni di bottiglie, al lavaggio e alla pulizia delle stoviglie, era uno dei luoghi dove venivano consumati i rapporti sessuali. Impossibile, per Andrea, uno dei camerieri. “Il posto è stretto, scomodo, ed è trafficato, c’è il passaggio del personale”. “Le cambuse erano due”, ha specificato però Valerio, un altro cameriere: “Una che si usava nel periodo invernale e un’altra per quello estivo”.

Tra i testi sentiti oggi c’erano anche alcuni clienti. Come Gianluca, che ha raccontato di aver cenato con le ragazze immagine al tavolo e che ha affermato di non aver mai visto nessuno consumare droga. “Nessuno me l’ha mai offerta, così come nessuno mi ha mai chiesto se volevo far sesso a pagamento”. Giulio, imprenditore bresciano, altro cliente, ha detto di conoscere Gianluca Pizzi da vent’anni. Con il titolare del Juliette ci sono stati anche rapporti commerciali: “Ho fatto introdurre nel locale cremonese il vino che produce mia moglie in Franciacorta”, ha detto il teste, che a domanda ha specificato che “le ragazze immagine servivano per fare quattro chiacchiere e per ballare”. “Sì, sono stato in cambusa”, ha aggiunto il cliente: “Lì, Gianluca Pizzi mi ha fatto un conto di più di mille euro che non stava né in cielo né in terra. L’ho fatto ragionare perché era particolarmente fuori di testa”. “Parlavo sempre con Gianluca”, ha poi detto il teste, “anche per chiedere la presenza delle ragazze. A volte chiedevo qualcuna che conoscevo, come Valentina, o Diana”. “Conosce Renata, detta miss Mille?”, gli ha domandato il pm Francesco Messina. “Sa che sono delle escort?”. “No, non lo sapevo”, ha risposto il testimone, che ha ammesso di conoscere sia Matteo Pasotti che Emilio Smerghetto, i due bresciani ai quali i Pizzi si rivolgevano per ingaggiare le ragazze immagine. Sia Pasotti che Smerghetto sono già usciti dal procedimento, il primo con una condanna a due anni e tremila euro di multa, il secondo con un patteggiamento di due anni e otto mesi di reclusione. “Smerghetto l’ho conosciuto ad una festa in azienda, mentre Pasotti mi ha fornito delle ragazze per la fiera di Cibus”. A sua volta Giulio, titolare di un’agenzia di comunicazione, ultimo cliente sentito, ha dichiarato di aver chiesto le ragazze per un servizio di hostess per una fiera alimentare e per la fiera del lusso di Montecarlo.

Al termine dell’udienza, così come chiesto dal pm Messina, il collegio ha disposto una perizia medico legale in merito alla testimonianza resa il 15 marzo del 2016 da Francesco, cameriere al Juliette, che ai carabinieri aveva rilasciato dichiarazioni fondamentali. In aula, però, il testimone aveva detto di non ricordarsi nulla a causa di un incidente accaduto sul treno nell’ottobre precedente. “Ho sbattuto la testa contro uno spigolo, e da quel momento ho dei vuoti di memoria”, aveva affermato, dicendo di avere in corso una causa contro Trenitalia”. “L’incidente è effettivamente avvenuto”, ha riconosciuto il pm, che però ha chiesto ulteriori approfondimenti. La perizia, secondo il collegio, è “necessaria per accertare se l’evento traumatico abbia avuto conseguenze sulla capacità del testimone di ricordare eventi pregressi”.

Si torna in aula il prossimo 4 aprile. I difensori degli imputati sono Marco Lepore per Grammatico, Giacomo Nodari e Massimo Nicoli per Gianluca Pizzi, Massimo Vappina e Walter Ventura per Marco Pizzi, Massimo Nicoli per l’ex titolare del Tabù di Vescovato David Mazzon e Fabrizio Vappina per Ilham El Khalloufi.

Sara Pizzorni

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