Referendum autonomia, le ragioni del sì: 'Ogni lombardo regala a Roma 5mila euro l'anno'
Presentato questo pomeriggio a SpazioComune il Comitato per il Sì al referendum del 22 ottobre. Secondo quanto dichiarato da Carlo Malvezzi, principale promotore locale del Comitato nonchè consigliere regionale, sono 130 gli amministratori che vi hanno aderito, di diversa estrazione politica, di cui 50 i sindaci. All’incontro erano anche presenti l’assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomia, Cristina Cappellini; il consigliere regionale Federico Lena; l’europarlamentare Massimiliano Salini, numerosi amministratori locali e cittadini interessati.
“Chiamare il popolo a dare il proprio parere su un argomento così strategico – precisa Malvezzi – è un grande esercizio di libertà. In gioco c’è l’avvio di un percorso che potrà portare ad una maggior autonomia per i lombardi. Che si traduce in una più diretta gestione, da parte di Regione Lombardia, di competenze oggi in capo allo Stato e che domani potranno essere trasferite alla Regione con un miglioramento della qualità della vita dei cittadini lombardi. E’ l’esperienza amministrativa di questi ultimi decenni a suggerire questa strada. La Lombardia ha un Pil pro capite superiore alla media UE; la nostra è la regione con meno dipendenti pubblici (41 ogni mille abitanti, contro i 49 del Piemonte); grazie alla nostra gestione virtuosa, il debito pro capite dei lombardi è il più basso d’Italia (73 euro contro i 407 della media italiana); la Lombardia costa allo Stato meno soldi di tutti: 2.447 euro per abitante contro gli 8.700 della provincia di Bolzano (media Italia: 3.658 euro)”.
Cappellini: “Il Comitato per il Sì nasce già forte di una grande partecipazione, in particolare di amministratori del nostro territorio. L’adesione di tanti sindaci dimostra come il tema dell’autonomia sia sentito dai territori e dalle comunità locali, proprio per le ricadute positive che la maggiore autonomia fiscale che richiederemo al governo all’indomani della consultazione referendaria avrà sul tessuto sociale ed economico lombardo. Gli amministratori locali stanno vivendo una fase di grande difficoltà proprio a causa delle continue vessazioni del governo centrale (e centralista) e il referendum per l’autonomia della Lombardia significa rimettere al centro dell’attenzione i nostri municipi e le nostre comunità, pilastri essenziali per un modello di governo del territorio efficiente e rispettoso della nostra storia, della nostra identità e delle nostre capacità”.
Il consigliere regionale Federico Lena ha aggiunto: “Partecipare al Comitato del Sì al referendum è, per me, un obbligo morale. Le motivazioni più significative si riassumono così: quasi 56 miliardi di euro. È il residuo fiscale: cioè la differenza tra quello che i lombardi pagano in tasse e quello che il governo centrale restituisce in trasferimenti e servizi. In poche parole ogni lombardo regala a Roma quasi 5.000 euro ogni anno. La nostra è la regione più virtuosa di tutto il Paese e, davanti a questi dati, merita l’opportunità di gestire con più autonomia le proprie risorse. Ecco perché è importante questo referendum. Più si avvicina la data del 22 ottobre e più è necessario spiegare ai cittadini che non è il referendum di una parte politica bensì di tutti i lombardi. Una opportunità unica che, in caso di risultato significativo, ci metterà nelle condizioni di ritrattare il rapporto della Regione con lo Stato centrale e avere la possibilità di trattenere sul territorio i soldi delle nostre tasse per poterli investire migliorando la qualità della nostra vita”.
Sono già stati programmati 14 incontri sul territorio cremonese ed altri sono in fase di definizione. Per aderire, inviare una mail all’indirizzo: comitatosiautonomialombardiacr@gmail.com indicando il proprio nome e cognome, il comune di residenza e il proprio numero di telefono.
Allo stesso indirizzo sarà possibile scrivere per chiedere il materiale informativo a sostegno del Si al Referendum sull’autonomia della Lombardia.