Cronaca

Ancora veleni attorno al rifacimento dei campi di basket di via dei Classici

Continuano le polemiche sul campo da basket del Parco Sartori, intitolato a Robi Telli, e sul finanziamento dei lavori per la sua sistemazione, argomento di cui si è discusso martedì pomeriggio in Commissione Vigilanza. Fulcro della discussione, l’interpretazione della risposta scritta data dagli ispettori della Regione Lombardia sulla questione: è giusto o meno definirla opera complementare al campeggio di via del Sale?

Il consigliere di Obiettivo Cremona con Perri Maria Vittoria Ceraso ha insistito che per la Regione non si tratta di un’opera legata al campeggio: “Nell’ultimo capoverso della nota gli ispettori scrivono, con riferimento ai lavori dei campi da basket di Parco Sartori: ‘Resta ovviamente in capo al Comune l’eventuale onere di verificare la documentazione amministrativa inerente tali opere complementari e le procedure di affidamento dei lavori’. Ragion per cui la relazione della Regione non chiude affatto la vicenda relativa ai suddetti lavori perché rispetto alla procedura amministrativa e all’affidamento degli stessi non ha espresso alcun parere di legittimità”.

Le prime anomalie erano state segnalate dai cittadini, ricorda Ceraso: “il cartello di cantiere posizionato il 18 maggio 2015 relativamente ai lavori di rifacimento dei campi da basket di Parco Sartori aveva come titolo ‘Valorizzazione struttura ricettiva Via del Sale’ – Ammontare complessivo lavori 372.516,50 euro. (importo che coincide con quello indicato per i lavori del campeggio come da determina di aggiudicazione n. 320 del 10/3/2017)” spiega il consigliere di Obiettivo Cremona, secondo cui la stessa amministrazione aveva evidenziato come “L’intervento di riqualificazione del campo di basket di parco Sartori, costato 37.500, è stato inserito quale spazio da adibire ad attività ludico-ricreative al fine di offrire un’ulteriore possibilità ai fruitori del nuovo campeggio in fase di realizzazione” e, in quanto “opera complementare, è stato computato nel progetto del campeggio e finanziato con quota parte del cofinanziamento comunale. In base a quanto detto dall’amministrazione, credo si possa dedurre che i lavori del campo da basket sono stati realizzati prima dei lavori del campeggio e sono stati computati nelle somme destinate alla realizzazione dello stesso (in entrambe le interrogazioni sono citati gli importi indicati nelle determine relativi ai lavori del nuovo camping). Come mai allora in nessuno dei progetti (preliminare, definitivo, esecutivo) approvati dal Comune per la realizzazione del nuovo campeggio si fa riferimento genericamente ad eventuali opere complementari né tanto meno in maniera specifica alla riqualificazione del campo da basket di parco Sartori?”.

Ma tanti altri sono gli interrogativi posti da Ceraso: “Perchè nel 2015, anno in cui sono stati realizzati i lavori di riqualificazione del campo da basket di Parco Sartori, non esiste alcun atto adottato dal Comune che legittimi l’affidamento e l’avvio dei suddetti lavori e che individui le risorse utilizzate per finanziarli? Come mai nell’atto n. 2285 del 29/12/2015 di approvazione dello stato finale e della relazione sul conto finale relativi ai lavori del nuovo campeggio non vi è traccia dei 37.500 euro Iva spesi dal Comune per la riqualificazione del campo da basket di Parco Sartori? Ma soprattutto come mai il Comune ha adottato in data 28 giugno 2016 la determina n. 1053 con la quale ha approvato e affidato quegli stessi lavori già eseguiti un anno prima? E ancora, se il Comune ha finanziato i suddetti lavori con fondi propri che nulla c’entrano con il progetto del campeggio che motivo c’era di giustificare gli stessi definendoli complementari al campeggio?”. Domande a cui, secondo Ceraso, l’amministrazione non ha mai risposto. “Gli atti non valgono nulla, questo è quello che ci siamo detti oggi”, ha detto Ceraso nella sua conclusione finale, per nulla convinta dalle spiegazioni avute.

LA RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONEGiovanni Gagliardi (Pd) ha più volte fatto da ponte tra l’assessore Manfredini (che ha difeso l’opera rivendicandone la paternità politica, ma demandando al dirigente Pagliarini la responsabilità degli atti dirigenziali) e l’opposizione: “Tutto l’excursus fatto (da Ceraso, ndr) sulla procedura e la trasparenza, è vero, ma è paleolitico questo discorso. Fossimo un organo di controllo come era il Coreco, o un tavolo di giuristi … Ma qui noi siamo un organo politico di controllo. Abbiamo speso soldi in maniera di creare danno? No. C’è stata una responsabilità nella gestione dei soldi? No. L’opera è stata fatta, basta. Io chiedo all’assessore di dare un elogio all’ingegnere, ne avessi avuti io di dirigenti così.
“Quante volte abbiamo aggiustato col treno in corsa – ha poi aggiunto Gagliardi –  Il bilancio, in un Comune, lo si approva a giugno perché non si sa quanti soldi arrivano da Roma; con le spese si va avanti a dodicesimi. Quello di cui parla il presidente (Ceraso, al posto di Ventura in questa seduta della Vigilanza, ndr) è un mondo ideale ma non funziona così la pubblica amministrazione”.

L’assessore Alessia Manfredini ha confermato quanto risposto nelle interrogazioni precedenti: “Trovo surreale questo attacco alla struttura tecnica del Comune, una struttura che merita fiducia perché competente e ha avuto la responsabilità di fare le cose”.  Ha poi ripercorso le tappe che hanno portato alla decisione politica di rifare il campetto di parco Sartori: “Nel marzo 2012 Federico Medagliani scriveva a Perri, Alquati e Ventura: il campetto era stato inaugurato appena due anni prima e versava in pessime condizioni, con dislivelli e crepe e chiedeva al Comune di provvedere alla sistemazione.
Nel 2014 abbiamo fatto un sopralluogo e viste le condizioni di quel campetto, dopo un anno siamo riusciti a farlo nuovo. Questi sono i fatti, e lo dico con grande orgoglio.  Tutto il resto  è un attacco frontale ai tecnici del comune, non alla Giunta. La Giunta ha avuto l’intuizione di lavorare sul parco al Po. Quando sono venuti gli ispettori della Regione, la Giunta non era neanche presente. Nel verbale di fine ispezione, sottoscritto dai tecnici regionali, si precisa che i fondi utilizzati per il campetto sono interamente propri dell’amministrazione comunale. Quindi, nessuna irregolarità e nessuna rimodulazione del contributo”.
Di nuovo Gagliardi: “Di illegittimità non ce ne sono. Ci potrebbero essere irregolarità formali, ma ben vengano se si riescono a fare le cose. Le irregolarità formali sono comuni nella pubblica amministrazione del quotidiano, dove non c’è mai concatenazione logica temporale tra leggi, banche, soldi… Ammesso che ci siano queste irregolarità formali, non mi stupiscono. Ne prendiamo atto, l’importante è che non ci siano irregolarità giuridiche”.

Molto dettagliata, la spiegazione di Marco Pagliarini, il dirigente dei Lavori Pubblici che ha spiegato come mai le determine sui lavori per l’ostello e il campetto possano sembrare incongruenti in quanto alle date di affidamento lavori e la loro effettiva realizzazione. Procedure giudicate legittime anche dal segretario generale Gabriella Di Girolamo che, pur dichiarando di non aver seguito personalmente l’evolversi della vicenda (è entrata in servizio solo da un mese), ha spiegato che esiste una discrezionalità tecnica dei dirigenti: se bisogna fare degli interventi in un certo momento dell’anno, li si fanno con risorse disponibili in quel momento, nel caso esistano ‘margini di attinenze’ con le tipologie di risorse che in quell’ambito sono imputabili.

FASANI: PRESIDENTE DEL TANTA ROBBA ERA IN LISTA CON FARE NUOVA LA CITTA’  – Non soddisfatto delle risposte, oltre a Ceraso, nemmeno Federico Fasani, Ncd.Apprendiamo dall’assessore – ha concluso – che la scelta politica era quella di sistemare in fretta quel campetto”. “Mi colpiscono le forzature – aveva detto in precedenza – che io reputo eccessive e che derivano anche dalla parte politica, come detto più volte. Questa forzatura arriva cronologicamente alla vigilia di una manifestazione importante sul territorio, organizzata da un gruppo denominato Tanta Robba. Se l’esigenza era quella di sistemare il campetto per questo gruppo di persone, perché non cercare le risorse per farlo, per evitare di raccontare per un anno e mezzo cose che non sono supportate dai documenti? Perché abbiamo dovuto fare le aggiustature in corsa di cui parla il consigliere Gagliardi?
Il fatto che il presidente di questo gruppo si fosse candidato in lista a sostegno di Galimberti in FNC, ha avuto un ruolo in questa vicenda?”. Ha replicato Alessio Antonioli, consigliere FNC: “Respingo l’accusa del consigliere Fasani  o meglio la domanda tendenziosa: io posso dire di non avere più visto Medagliani dalla fine della campagna elettorale. Non fa parte del modus operandi della nostra lista civica quello di avere pressioni o dovere accontentare qualcuno”.

 

 

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