Piloni su parere Anac:
'Debolezza di Lgh recuperata
da una precisa volontà politica'
Egregio Direttore,
nei giorni scorsi, alla notizia della delibera dell’Anac di valutazione della procedura adotta per l’operazione di trasferimento ad A2A del 51% LGH, sono stati espressi molti commenti in merito.
La maggior parte di questi hanno parlato di “bocciatura” dell’operazione da parte di Anac, termine decisamente improprio in quanto l’Anac non è entrata nel merito dell’operazione (non essendo quello l’oggetto della verifica effettuata dell’Autorità) ma si è concentrata sulle modalità esperite per l’esecuzione della stessa.
L’operazione non è quindi stata messa in discussione nella sua sostanza e nei suoi obiettivi principali che sono: risanamento delle aziende coinvolte; ottimizzazione e rafforzamento dei servizi; salvaguardia dell’occupazione. Oltre a creare le condizioni per creare sviluppo e lavoro in un mercato sempre più competitivo.
Ad alcuni esponenti del centrodestra cremonese è bene ricordare che le loro amministrazioni stavano puntando ad un’aggregazione con Acsm Verona solo per “affinità politiche”, senza alcuna seria prospettiva di sviluppo di LGH e, soprattutto, senza alcuna valutazione degli effetti economici ed industriali dell’operazione (che, invece, già oggi sono di tutta evidenza, considerando che LGH è già tornata a produrre un considerevole utile).
Non ci si può esimere dal ricordare, a questi signori, che negli anni di Malvezzi a Cremona (30%), di Martinelli a Rovato (30%), di Cattaneo a Pavia (15%), e cioè di quel centrodestra che ha governato questi territori dal 2009 fino al 2014 con la stragrande maggioranza in Lgh, non è stato fatto alcun passo in avanti per uno sviluppo industriale di LGH, indebolendosi di fatto la stessa Lgh. Debolezza che oggi è stata recuperata da una volontà politica che ha puntato a salvaguardare i servizi e il rapporto con il territorio. Infine, è bene ricordare anche che l’Antitrust aveva espresso parere favorevole all’operazione e che quest’ultima è stata supportata da autorevoli pareri, sia legali, che industriali.
In sostanza, l’acquisizione da parte di A2A di una partecipazione in LGH rimane una buona operazione per il futuro sia di quest’ultima società (e quindi dei dipendenti e dell’indotto generato dalla stessa), sia dei nostri territori.
Per capirlo bisognerebbe distogliere lo sguardo dalla punta delle proprie scarpe e osservare il quadro nazionale, e non solo, rispetto alla gestione di alcuni servizi.
Fino al 2014 Lgh ha fatto fatica a rafforzare i propri asset all’interno del mercato, senza contare poi le difficoltà legate ad una normativa in continuo mutamento.
L’alleanza con A2A ha significato guardare ad un panorama territoriale lombardo, provando a contribuire alla nascita di un’aggregazione forte che possa competere sul mercato più di quanto abbia fatto fino ad oggi.
Il quadro internazionale ci dice che perché le aziende possano crescere e competere a livello nazionale e globale, sono necessari due fattori in particolare: l’attenzione al territorio e le aggregazioni: può non essere un concetto gradito, ma è un dato di fatto incontrovertibile.
Una prospettiva, quella di LGH, che nel rapporto con A2A può rilanciare un’azione incisiva dei servizi anche in termini di investimenti, di efficienza e di qualità.
Una prospettiva nella quale le Multiutilities stesse dovranno guardare al futuro in modo collaborativo con le comunità locali.
Una prospettiva nella quale Cremona stessa ha trovato soluzioni ad alcune delle sue difficoltà, così come per gli altri comuni e territori coinvolti, creando le condizioni per migliorare i servizi ai propri cittadini.
In questa operazione c’è l’idea che si possa tenere insieme, e rafforzare, territori simili fra loro, stando ben attenti a non indebolire le peculiarità dei medesimi.
Tutto bene, quindi? Assolutamente no. Il percorso non è semplice e anche il parere dell’Anac va preso con la giusta serietà e pertanto le società coinvolte faranno tutti i loro passaggi, com’è giusto che sia e nelle sedi opportune, per motivare il lavoro fatto e la correttezza, formale e sostanziale, del proprio operato.
Detto ciò, rimane sul tavolo una scelta politica chiara volta a migliorare i servizi ai cittadini, che non impoverisce il territorio e che porta con sè una seria prospettiva di sviluppo.