Operazione Bad Boys, cinque persone in manette: rapinarono villa a Crema
AGGIORNAMENTO ore 12 – La conferenza stampa tenuta questa mattina presso la questura di Cremona ha chiarito i contorni della complessa indagine di polizia che ha portato in carcere cinque persone, quattro uomini (uno, il capo, già dietro le sbarre da settembre per estorsione) e una donna, per quattro reati: rapina pluriaggravata, sequestro di persona, furto in abitazione aggravato e lesioni personali. Indagine non semplice, come ha confermato la pm Lisa Saccaro, partita dalla rapina nella villa di un facoltoso imprenditore cremasco a giugno 2018 leggi qui: https://www.cremaoggi.it/2018/06/25/rapina-in-villa-a-san-bartolomeo-4-ore-con-i-sequestratori/ di cui gli uomini del commissariato di Crema e della Squadra Mobile di Cremona hanno ricostruito le varie fasi sulla base delle testimonianze delle vittime e delle caratteristiche attività di investigazione, con appostamenti e intercettazioni.
Quasi tutti residenti sul cremasco (due in particolare a Sergnano) i coinvolti; uno (solo indagato) residente a Fontanelle, ma rintracciato in mattinata a Cusano Milanino. Gli arrestati sono quattro uomini e una donna di nazionalità romena (uno degli uomini è rom); altre tre persone, di cui un minorenne, sono indagati. Come ha ricostruito il dirigente della Mobile Mattia Falso, quella mattina di giugno furono due i soggetti che attorno alle 22,30 entrarono nella villa: C.G.D., il capo di 28 anni e il fratellastro S.C.A., di 31. A loro sarebbe imputata una particolare violenza nei confronti dei proprietari, minacciati con pistola e in un caso colpito anche con un pugno. Spicca il ruolo della compagna del leader, una 24enne considerata la basista della rapina in quanto conosceva bene l’abitazione.
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Altri quattro connazionali furono incaricati di fornire appoggio logistico, due (uno del 1997 ed uno del 2000) con funzioni di vedetta e di trasporto della refurtiva a bordo delle macchine utilizzate per la fuga e due con funzioni di autisti (uno del 1983 ed uno del 1996). Tra questi, il 21enne B.M.I., ad un certo punto fu incaricato di andare a procurarsi il flessibile utilizzato per aprire la cassaforte. Immediatamente dopo il colpo, i sette fuggirono verso l’hinterland milanese a bordo di due macchine, ad eccezione di una seconda donna implicata, una serba di 24 anni, non presente al momento del fatto ma pronta a fornire aiuto in caso di necessità.
L’attività investigativa, che ha riguardato in totale 8 persone, oltre ad accertare la responsabilità degli indagati in ordine alla rapina, ha dimostrato come gli stessi fossero dediti ad altre attività criminali nel territorio cremasco, quali le estorsioni e lo spaccio di droga. Nel corso delle indagini, infatti, sono stati effettuati due arresti in flagranza: uno per possesso di droga (mezzo etto di cocaina); l’altro, come detto, nei confronti del leader della banda C.G.D., per estorsione ai danni di un pensionato, dal quale con minacce e violenza era riuscito a farsi consegnare nell’arco di un mese la consistente somma di 55mila euro.
Durante la rapina, durata quattro interminabili ore, erano stati tenuti in ostaggio i quattro componenti della famiglia presenti. Era stata divelta una cassaforte, dalla quale i malviventi avevano rubato denaro e gioielli nonché numerosi capi d’abbigliamento e accessori di lusso, il tutto per valore totale di circa 200mila euro.
Una banda dunque estremamente pericolosa e priva di scrupoli, animata, hanno sottolineato gli investigatori “dal bisogno inesauribile di soldi per soddisfare ogni tipo di desiderio o ‘vizio’, quale, ad esempio, il consumo di stupefacenti o l’acquisto di macchine di lusso di grossa cilindrata, da mostrare poi con orgoglio ad amici e parenti in Romania”.
g.biagi
LE IMMAGINI DELLA RAPINA