#insiemepergliSDG: una svolta culturale
alla base di nuovi modelli di sviluppo
Sustainable Development Goals, SDG: sono i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Onu. Un programma molto ambizioso: entro il 2030, infatti, le Nazioni Unite si propongono, tra l’altro, di sconfiggere la povertà e la fame, ridurre le diseguaglianze, lottare contro i cambiamenti climatici, incentivare il ricorso a fonti rinnovabili di energia, tutelare la biodiversità, consentire una crescita economica che vada di pari passo con posti di lavoro dignitosi.
Un libro dei sogni? Il rischio c’è, soprattutto se guardiamo a questi “goals” con gli occhi disincantati di chi pensa che tanto nulla cambierà. Una convinzione che potrebbe trovare conferma anche dalla cronaca dei vertici internazionali di questi giorni: vengono posti obiettivi concreti, ma gli orizzonti temporali sono davvero lontani.
La campagna di sensibilizzazione sugli SDG, che vede Cremona protagonista dal 3 al 6 novembre, nasce proprio per offrire una prospettiva differente. Il nostro territorio è stato scelto per questo evento proprio perché, come ha spiegato il viceministro degli Esteri, Marina Sereni, a Cremona sono già presenti importanti progetti in materia di transizione energetica, rigenerazione urbana e sviluppo di sistemi alimentari sani, sostenibili ed inclusivi.
Del resto è evidente come, per realizzare un vero cambiamento, sia necessario agire con gradualità e pazienza. Ottenere tutto subito è impossibile, ma rinunciare a porsi obiettivi ambiziosi è da perdenti.
I giorni cremonesi di #insiemepergliSDG non vanno quindi sprecati. Si tratta di un’occasione per rimettere la centro i temi della sostenibilità ambientale e delle filiere alimentari: parlarne, a differenza di quanto sostenuto recentemente dagli esponenti di un ambientalismo tanto ideologico quanto poco concreto, è già un primo passo.
Programmi di vita differenti, che incidano realmente sui comportamenti individuali e collettivi e sulle scelte legislative, passano attraverso un cambio culturale, attraverso formazione, educazione. Nei vertici internazionali degli scorsi decenni, il tema al centro del confronto è quasi sempre stato quello della crescita e dello sviluppo. Oggi finalmente si dice con chiarezza che non ci sarà più crescita senza un nuovo modello di sviluppo. Anche se il tempo stringe, come viene ripetuto dalla quasi totalità della comunità scientifica, ora una direzione di cambiamento è chiaramente fissata. E tutti noi siamo protagonisti della svolta.
Guido Lombardi