Cronaca

Da 2022 obbligo servizio in carcere,
preoccupate infermiere dell'ospedale

Grande preoccupazione per le infermiere dell’Ospedale di Cremona, di fronte all’obbligo, che scatterà dal 2022, di prestare servizio presso il carcere di via Ca’ del Ferro (una sorta di unità operativa del nosocomio), dove sono reclusi oltre 400 detenuti, di cui 70% stranieri e una larga maggioranza con problemi psichiatrici. Un servizio che prima era su base volontaria ma che entro un mese diverrà obbligatorio. Questo perché nessuno vuole più lavorare nella struttura.

A raccontare la situazione una lettera, inviata a Il Fatto Quotidiano da un’anonima, che facendosi portavoce di tutti i suoi colleghi, e in particolare di quelli della neurologia e della psichiatria, ossia coloro che dovrebbero coprire i turni in rotazione, per tre mesi, si chiede cosa significhi essere infermiera, ricordando che loro sono prima di tutto donne e persone.

E’ lecito, si chiedono gli interessati, essere obbligati a svolgere un’attività in cui il rapporto di reciproco rispetto tra infermiere e paziente viene totalmente a mancare da parte di quest’ultimo? Molti pazienti/detenuti, infatti, si legge ancora nella missiva, “non accettano di essere curati da una donna, una donna che lavora, libera, a capo scoperto”. Una donna che viene bersagliata da insulti e intimidazioni di ogni genere, come già accaduto diverse volte in passato.

Una situazione spinosa, che toccherà all’Ospedale dirimere: da un lato la legge del 12 giugno 1990 n. 146 modificata dalla legge 11 aprile 2000 n. 83, che prevede un’ordinanza di precettazione in presenza di un “fondato pericolo di pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente garantiti”, dall’altro il timore delle infermiere, secondo cui “dopo i  massacranti ritmi di lavoro dei mesi della pandemia, non ancora debellata, con lo stress che ne deriva, obbligarci a questo signirica sottoporci a una vera e propria roulette russa”.

LaBos

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