Influenza aviaria, quasi estinti
tutti i focolai in Lombardia
Dopo il picco di dicembre, la situazione si sta normalizzando. Ora si aprirà la partita degli indennizzi
In Lombardia, come del resto anche in Veneto ed Emilia-Romagna, sono ormai estinti quasi tutti i focolai di influenza aviaria che si erano diffusi nelle tre regioni a partire dalla metà di dicembre. Ormai la situazione è del tutto tranquilla dal punto di vista della trasmissione tra allevamenti e si sta lavorando per censire i danni e valutare gli indennizzi per gli insediamenti produttivi. Indennizzi che sono di due tipi: diretti da parte del ministero della Salute per le aziende colpite direttamente che hanno dovuto distruggere l’allevamento e indiretti per gli altri allevamenti rientranti in zone di protezione e sorveglianza che, per misure precauzionali, hanno dovuto interrompere i cicli produttivi.
“L’aviaria non crea alcun pericolo per l’uomo” ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi, rispondendo ad alcune voci che avevano fomentato un allarmismo ingiustificato e creando ulteriori danni alla filiera avicola italiana. “Un’eccellenza che soddisfa l’intero fabbisogno nazionale e che esporta all’estero prodotti di alta qualità e sicurezza alimentare. In Lombardia il settore conta 1.200 allevamenti e 25 milioni di capi allevati”. Oggi i focolai in Lombardia sono quasi estinti e si sta valutando, oltre alla quantificazione dei danni, anche la ripartenza con i nuovi accasamenti. A sottolineare l’impegno di Regione Lombardia sul tema della prevenzione e della sicurezza della produzioni alimentari, Rolfi ha ribadito come la Regione negli ultimi anni ha investito oltre 2 milioni di euro in svariati allevamenti avicoli per investimenti in biosicurezza, creando delle vere e proprie barriere protettive contro la diffusione di eventi epidemici.
Regione Lombardia, in stretta connessione con le altre Regioni limitrofe come Veneto ed Emilia Romagna, ma anche con il ministero della Salute, ha seguito con particolare attenzione questo problema mettendo a disposizione le sue strutture per intervenire prontamente a debellare la diffusione dell’aviaria.
Il comparto avicolo italiano rappresenta una delle eccellenze della nostra zootecnia e alimenta una filiera alimentare particolarmente apprezzata per la produzione di polli da carne, tacchini, galline e uova, oltre ad alcune altre produzioni di nicchia e di alta qualità. Il settore conta su di un patrimonio di 18mila allevamenti, di cui 6mila altamente professionali e vede l’occupazione di 38mila lavoratori con una produzione di 1,3 tonnellate di carni bianche per un fatturato complessivo che nel 2021 ha fatto registrare un valore di ben 4,1 miliardi di euro.
L’insorgenza e la diffusione di epidemie come quella dell’influenza aviaria, spesso dovute a focolai che si sviluppano nella fauna selvatica, mette a serio rischio la sopravvivenza di allevamenti particolarmente strutturati dal punto di vista sanitario e altamente professionali.