Cronaca

Riciclaggio auto, vittima: "E' stato
l'imputato". Ma è giallo sulle foto

Tredici anni fa, per l’accusa, avrebbe ingannato un cliente, vendendogli un’auto con targa e certificato di proprietà falsi. Con l’accusa di riciclaggio, è finito a processo Rosario Bonaffini, 60enne, siciliano, in passato gestore di una concessionaria Audi – Volkswagen, ora titolare della GS Auto a Cassina dè Pecchi, in provincia di Milano. La macchina ‘incriminata’, una Bmw, era stata venduta a Cremona, ma Bonaffini assicura di non esserci neanche mai stato. Lo ha fatto anche oggi, in aula, davanti ai giudici del collegio, quando il suo accusatore, Paolo, 67 anni, commerciante bergamasco, lo ha riconosciuto nella foto che gli è stata mostrata dal pm. Una foto inserita in un foglio insieme ad altre immagini di soggetti più giovani. “E’ lui, la foto numero 4”, ha sostenuto con certezza la vittima. Ma quando il difensore dell’imputato gli ha mostrato la foto sulla patente, fotocopia di un documento in bianco e nero, Paolo si è mostrato più titubante. “Mi sembra lui”.

“Assolutamente una persona diversa”, sostiene invece l’avvocato della difesa Antonello Madeo. “La foto sulla patente ritrae un uomo con il volto più rotondo”. Quella patente era stata utilizzata per effettuare il passaggio di proprietà. Per la difesa, la persona nella foto è il vero truffatore.  “All’epoca dei fatti avevo venti chili in meno rispetto ad ora”, ha precisato Bonaffini al termine dell’udienza. “Non sono io in quella foto. Vendo auto da 30 anni, vendo 300 macchine in un anno, figuriamoci se mi mettevo nei guai per una cosa del genere. A quei tempi in concessionaria c’era un via vai di acquirenti di etnia sinti. Entravano e chiedevano informazioni. Non escludo che magari possano aver portato via qualche documento”. Eppure Paolo oggi ha riconosciuto l’imputato anche di persona come l’uomo che gli aveva venduto la macchina.

Nel 2009 la vittima aveva visto un annuncio e aveva acquistato la macchina tramite un’agenzia di Cremona. Paolo ha raccontato di essersi incontrato in centro a Cremona con il proprietario, un certo Fabio Vettorel, di Bolzano, e di aver visionato e provato il mezzo. “Due giorni dopo sono tornato e ho preso l’auto. Atto di vendita, pagata e portata a casa”. La Bmw era stata pagata in contanti: 38.000 euro. “La macchina era intestata a mia moglie”, ha spiegato la vittima. “Era un regalo che le avevo fatto. Mi sono fidato dell’agenzia che mi aveva assicurato che quel signore era una persona affidabile”.

Si torna in aula il primo di marzo.

Sara Pizzorni

 

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