Spettacolo

A Sweet silence in Cremona, l'opera
moderna incanta il Ponchielli

Divertente, irriverente e musicalmente efficace, la prima di A Sweet Silence in Cremona, sul palco del Teatro Ponchielli nella serata di domenica, ha riscosso l’approvazione indiscussa del pubblico.

Il suono di una sirena ha introdotto lo spettacolo, per dare un segnale di solidarietà alle vittime della guerra in Ucraina. Poi sul palco sono saliti Andrea Cigni, il sovrintendente del Ponchielli, e Francesca Campagna, direttore generale del Center for Contemporary Opera di New York. “Questo progetto ci ha impegnato tantissimo” ha detto Cigni. “Il fatto di avere musica contemporanea ben scritta e ben eseguita è importante. Questo spettacolo parte da Cremona, si fermerà a Firenze e proseguiterà per New York”.

Soddisfazione anche da parte di Francesca Campagna; “il progetto nasce a New York, ed è un regalo aCremona ma anche alla musica, in grado di unire città, luoghi e persone” ha detto. “Un progetto sostenibile, realizzato con un budget limitato, può far sognare tante persone”.

E’ stato poi il momento di aprire le quinte, lasciando scorgere una scenografia decisamente moderna e innovativa, in cui tutti i personaggi sono in scena contemporaneamente sul palco, nascosti da teli semitrasparenti, dietro a quali portano avanti le proprie occupazioni; il venditore di scarpe, la ragazza mondana, la donna incinta e la signora anziana.

La storia, si sa, è ambientata a Cremona, dove per ordinanza del sindaco non sono permessi rumori al fine consentire la registrazione in corso al Museo del Violino. L’attenzione si sposta da un personaggio all’altro, mentre raccontano le proprie vite, che sono state sconvolte dall’ordinanza del sindaco, le proprie emozioni, le proprie frustrazioni e le proprie speranze. A mettere tutti in contatto tra loro, il fattorino straniero, che deve effettuare una consegna proprio in quel condominio. Filo conduttore, naturalmente, la musica del violino, emblema di cremonesità, e lo stesso violino, il vero protagonista della storia, che chiude l’opera con un canto struggente e dolcissimo.

Un linguaggio audace, un’interpretazione frizzante, un cast capace e preparato, hanno regalato al teatro uno spettacolo davvero godibile e apprezzato, come hanno dimostrato gli applausi intermedi e la standing ovation finale. A dimostrare che l’Opera ha ancora molto da dire, anche nel mondo contemporaneo.

Laura Bosio

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