Cronaca

Celebrato a San Sigismondo
il patrono della Polizia Penitenziaria

Si è tenuta questa mattina a San Sigismondo la messa per la celebrazione del santo patrono della Polizia Penitenziaria, San Basilide Martire, celebrata dal vescovo, Antonio Napolioni, alla presenza di tutte le autorità civili, militari e di polizia.

Ma la ricorrenza è anche l’occasione per porre l’accento sui tanti problemi che ormai da tempo si riversano sulle strutture penitenziaria.

“L’emergenza è quella del personale, che manca in numero congruo” spiega Pierluigi Parentera, comandante del reparto della Polizia Penitenziaria di Cremona. “Ma bisogna trovare sempre la forza di lavorare con la nostra dignità e la nostra fierezza”.

Soprattutto a fronte del fatto che oggi il carcere risente anche di quanto accade nella società esterna, come la pandemia e la guerra. “Tutto ciò che si riflette nella società ha un’eco maggiore nell’istituto di pena, e questo sollecita negativamente i deteuti”. Così si verificano aggressioni, atti di ribellione e altre vicende che poi devono essere gestite da un personale che è ormai pesantemente in carenza di organico. “Per questo il lavoro viene sentito maggiormente: perché non può essere suddiviso in modo equo”.

Un lavoro, quello della polizia penitenziaria, che è cambiato molto negli ultimi anni, anche a fronte della diffusione della tencologia. “Non dimentichiamo che oggi i detenuti hanno a disposizione diverse forme di contatto con i familiari, con Skype o Whatsapp” continua Parentera. “Il personale deve essere al passo coi tempi, ma in contemporanea deve evitare che questi strumenti vengano utilizzati in modo improprio o illecito. Il poliziotto penitenziario oggi è un poliziotto moderno e di prossimità, che garantisce il rispetto della legge al massimo delle sue possibilità”.

Laura Bosio

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