Elezioni, Scognamiglio: “Terzo polo? Con accordo Calenda-Renzi potrebbe superare la prova”
(Adnkronos) – “Sono un liberale storico e non posso che guardare con speranza alla ricostituzione di un partito liberale, che si chiami liberale o in altro modo, ma che abbia in se però i valori del liberalismo e quelli che oggi si dicono della liberal-democrazia. E’ una speranza, dunque c’è una componente di auspicio”. Lo dice all’Adnkronos Carlo Scognamiglio, già presidente del Senato, che, guardando allo strappo di Calenda dall’alleanza con il Pd e alla possibilità di un margine di recupero del rapporto dopo il recente appello di Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, risponde: “E’ una domanda da fare a Calenda. La risposta possono darla Calenda e forse Renzi, sono i due soggetti con cui si potrebbe formare una lista che raccolga un numero sufficiente a, diciamo, passare la prova. Io sono ormai un semplice elettore, posso mettere la ‘x’ sulle liste presentate a settembre”.
“I tentativi di formare un terzo polo sono antichi. Ci provò Cossiga con l’Udr nel 1999. Poi ci furono altri numerosi tentativi che non hanno mai incontrato un successo elettorale, per esempio quello che fece Monti con la civica Monti per l’Italia. Sono liste che possono raccogliere un elettorato elitario, che non ha mai superato i tetti del Partito repubblicano e del Partito liberale, cioè il 10% dei voti. Questo è lo spazio che può avere una formazione centrale con le caratteristiche di Azione, di +Europa o di Renzi. Quindi forse non è saggio dividere le liste rendendo diciamo più improbabile il raggiungimento della soglia minima del 3% stabilita per la rappresentanza parlamentare dalla legge elettorale, che è uguale per tutti”.
Meglio quindi che ci sia un accordo fra Calenda e Renzi? “La valutazione la devono fare i soggetti che hanno la facoltà di scegliere e la responsabilità della loro scelta, non io che posso solo dare dei consigli. Sono loro ben più informati di me sulle connessioni elettorali, sulle notifiche che vengono dai sondaggi che avranno consultato e consulteranno ancora prima di una scelta definitiva. Il ricordo del passato mi dice che una formazione centrista come quella di Monti può arrivare ad una quota che non è lontana dal 10 per cento ma non la supera. E non credo che gli italiani siano molto cambiati da allora”.
E guardando al centro del centro destra? “Sta bene come sta col suo fondatore” Silvio Berlusconi “che certamente non è uomo da sottovalutare sotto nessun profilo, neanche politico”. Il centro del centrodestra “porta i valori del popolarismo europeo che sono quasi coincidenti con quelli della liberal democrazia”. E’ ipotizzabile quindi che i due centri si uniscano? “Lasciamolo decidere agli elettori e poi, quando le nuove rappresentanze parlamentari saranno provate, saranno gli eletti a valutare anche in base alla loro forza parlamentare se e come fare rinforzi”. (di Roberta Lanzara)