Migranti, nave Humanity arrivata nel porto di Catania
(Adnkronos) –
La nave Humanity 1 della ong ‘Sos Humanity’ è arrivata nel porto di Catania con i 179 migranti a bordo, scortata da una motovedetta della Guardia costiera. In base al nuovo decreto, in programma l’ispezione delle autorità italiane per individuare e far sbarcare le persone più fragili, donne e bambini. Al porto di Catania, oltre alle forze dell’ordine e al personale della Guardia Costiera anche ambulanze, sono giunti in serata volontari della Protezione civile e due bus di linea urbana, destinati probabilmente saranno utilizzati per il trasporto delle persone sbarcate.
Al porto di Catania è giunto anche Aboubakar Soumahoro, parlamentare della Camera dei deputati eletto nella lista Verdi e Sinistra italiana, che nel pomeriggio ha postato un video su Facebook per testimoniare di essere sul posto perché da “essere umano, da cittadino, da deputato e da servitore dello Stato perché non si può trattenere essere umani, persone fragili e bambini con lo scopo di portare avanti una disperata campagna propagandistica, identitaria, politica e ideologica sul corpo di esseri umani”.
“Il decreto del ministro dell’Interno italiano è illegale. Respingere i rifugiati al confine italiano viola la Convenzione di Ginevra e il diritto internazionale. Tutte le 179 persone soccorse in mare a bordo di Humanity 1, così come a bordo delle navi di soccorso civile Ocean Viking, Geo Barents e Rise Above, hanno bisogno di protezione. L’Italia è obbligata a lasciare che tutti i sopravvissuti scendano a terra immediatamente”. A dirlo all’Adnkronos è Mirka Schäfer, dell’ufficio legale di Sos Humanity, prima dell’approdo della nave.
La Ong ha fatto sapere che venerdì sera il capitano dell’Humanity 1 – a cui è stato concesso dalle autorità italiane di entrare in acque territoriali per ripararsi dal maltempo – ha ricevuto una lettera firmata dai ministri dell’Interno italiano Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto e delle Infrastrutture e Mobilità Matteo Salvini. “Il decreto – dicono dalla Ong – vieta a Humanity 1 di rimanere nelle acque territoriali italiane più a lungo di ‘quanto necessario per assicurare operazioni di soccorso e assistenza alle persone in condizioni di emergenza e in condizioni di salute precarie. Il decreto indica che saranno identificate particolari persone vulnerabili e solo una selezione di sopravvissuti sarà portata a terra dalla nave ancorata al di fuori del porto’. Un decreto senza dubbio illegale”.
“Tutti i 179 – sottolineano all’Adnkronos dalla Ong – sono persone soccorse in mare che, secondo il diritto internazionale, devono essere portate a terra in un luogo sicuro senza indugio. I sopravvissuti sono fuggiti dalla Libia, dove sono stati esposti a violazioni dei diritti umani. Come rifugiati, sono chiaramente in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati. Devono poter scendere immediatamente a terra, dove possono essergli garantite cure mediche e psicologiche e potranno esercitare il diritto di chiedere protezione internazionale. Sarebbe inammissibile – concludono – secondo il diritto internazionale e dal punto di vista umanitario, sbarcare solo una selezione dei sopravvissuti”.
A bordo “pasti caldi ancora solo per tre giorni”, dice Joachim, capitano della nave. Fra i migranti soccorsi, oltre 100 minori non accompagnati e un bimbo di sette mesi. “Come capitano – dice all’Adnkronos – sono responsabile della sicurezza di tutte le persone a bordo. Dopo circa due settimane sul ponte, con queste condizioni meteorologiche e soprattutto con la storia dei sopravvissuti, tutte queste persone hanno bisogno di protezione. Stiamo esaurendo il cibo a bordo: due pasti caldi possono essere forniti solo per altri tre giorni. Abbiamo urgente bisogno di sbarcare in un luogo sicuro. E’ un loro diritto e mi batterò per questo”.
Il peggioramento del tempo non aiuta le condizioni di vita sulla nave. I migranti si trovano sul ponte che è solo parzialmente protetto da un telone. “Sono al freddo – dicono dalla Ong – e durante la notte si sono bagnati col temporale. Chiediamo agli Stati europei, così come alla società civile, di agire immediatamente e di non rimanere inerti ad accettare questa ingiustizia”.