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Manovra 2023, ancora ritocchi: pacchetto del governo slitta a oggi

(Adnkronos) –
Riprenderanno oggi alle 9 i lavori della commissione Bilancio alla Camera sulla manovra 2023. Lo ha stabilito l’ufficio di presidenza. Oggi si proseguirà con la discussione degli emendamenti in attesa di quelli del governo il cui arrivo è previsto, ha confermato il relatore Paolo Trancassini, in mattinata. Quando saranno sul tavolo, verrà convocato l’ufficio di presidenza per decidere come procedere con i lavori. 

RITOCCHI ALLA MANOVRA – Ancora ritocchi alla legge di bilancio: mentre si riducono i giorni per mettere in sicurezza il via libera al provvedimento entro fine anno e Cgil e Uil sono scese in piazza per sollecitare modifiche, ieri è stata un’altra giornata di stand-by di fatto per l’iter parlamentare. 

“Dal governo abbiamo ricevuto solamente dei titoli” degli emendamenti alla manovra, che comprendono “Sud, sociale, politica industriale e territoriale e giustizia” e quindi, “per ora, andiamo avanti con la lettura degli emendamenti” ma “stiamo perdendo solo tempo”, ha attaccato Luigi Marattin, capogruppo di Azione-Iv in commissione Bilancio a margine dei lavori.  

Il restyling delle modifiche-chiave infatti è proseguito facendo slittare a questa mattina la presentazione del pacchetto di emendamenti del governo che era atteso per ieri sera, segno che sul fascicolo non è ancora stata trovata la quadra. A pesare sul ritardo, a quanto si apprende, non sono i contenuti delle modifiche sui quali c’è consenso generale delle forze di governo ma il nodo risorse. E nella caccia alle coperture resta sotto tiro il reddito di cittadinanza: ridurre da otto a sette mesi l’assegno libera circa 200 milioni di euro da aggiungere alla dotazione di 700 milioni per gli emendamenti.  

Verranno inserite nel testo della manovra “le norme che riguardano la proroga per la presentazione della Cilas per il superbonus e quelle sulla rateizzazione dei debiti fiscali delle società sportive”, che sarebbero dovute entrare nel dl Aiuti quater, ha fatto sapere Roberto Pella, relatore della manovra. La presentazione della Cilas verrebbe posticipata al 31 dicembre, seppur storcendo il naso nella maggioranza, ma così si eviterebbero ‘agguati’ in Parlamento e si accoglierebbero seppur parzialmente le richieste degli addetti ai lavori.  

Nella maggioranza ci sarebbe poi l’intesa per l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75 e per riportare la soglia dei pagamenti Pos-free a 30 euro o al massimo 40. Nel maxi-emendamento, tra gli altri, è atteso anche l’emendamento sul futuro prossimo dell’anticipo pensionistico e Opzione donna; la proposta sulla proroga del credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone economiche speciali, il Sud e le aree terremotate e il rialzo a 8mila euro del tetto per le decontribuzioni alle assunzioni di giovani.  

SCONTRO M5S-RELATORE – Ieri durante la discussione sugli emendamenti in commissione Bilancio alla Camera si è acceso improvvisamente il dibattito. Al centro dello scontro una norma proposta dal Movimento 5 Stelle che prevede un versamento da parte delle aziende farmaceutiche e assicurative, entro il 30 giugno del 2023 e del 2024, di un contributo di solidarietà pari al 20% del maggior utile conseguito durante la pandemia e almeno superiore a un milione di euro. 

Davanti al parere negativo del governo, dai banchi pentastellati si è sollevata la protesta e si è fatta più forte la richiesta di accogliere un emendamento “su chi si è arricchito durante un periodo di emergenza”. Netta la replica del relatore di Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini: “Se qualcuno si è particolarmente arricchito in quella fase storica forse qualche errore è stato commesso. Non si può prendersela contro chi si è arricchito durante la pandemia e non ricordare chi la pandemia l’ha gestita”, ha detto riferendosi all’ex premier Giuseppe Conte, primo firmatario dell’emendamento. Al termine della discussione, la proposta è stata definitivamente respinta. 

Intanto il tempo stringe: la commissione Bilancio dovrebbe votare la legge di Bilancio domenica per l’approdo in Aula lunedì e il voto di Montecitorio tra martedì e mercoledì. La manovra passerà poi al Senato con l’obiettivo del via libera entro Capodanno. 

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