Cronaca

Una storia bella di Sanità: da
Casalmaggiore a Cremona

Non vuole, e ce lo ripete, che si metta il suo nome. "Basta quello di chi ha seguito mia mamma, metti una mamma e le sue figlie". In fondo, medici, infermieri, e tutto il personale che gira attorno ad un intervento sono quelli che contano

Una storia che parte dal Casalasco per arrivare a Cremona. Una storia di buona Sanità che ci teniamo, come la protagonista, a raccontarvi. Perché – come lei stessa ci dice – sovente si legge di vicende che vanno male perché quelle che vanno bene tante volte passano nel silenzio. Non questa volta, non per lei e non in questa occasione. Vuole restare anonima, anche se noi ne conosciamo volto e nome. “La mia potrebbe essere la vicenda di tanti altri, e poco importa che si sappia chi sono…

Tutto ha inizio poco più di due mesi fa. La protagonista (invero ce ne sono tre, mamma e due figlie) è del Casalasco. “In quel giorno – ci racconta – i progetti di una giornata sono stati tutti ridisegnati, rimasti a terra insieme a mia mamma. Una manciata di minuti e l’operatrice della centrale operativa del soccorso sanitario attiva i soccorsi territoriali: ambulanza di Padana Soccorso e auto medica dell’ospedale Oglio Po. in pochissimo tempo ci raggiungono a casa. La professionalità, l’educazione, la gentilezza, la delicatezza nel soccorrere la mamma da parte di Genni Veronesi eRenzo Schiavetta, primi ad arrivare, sono stati da subito encomiabili, presto raggiunti e supportati dall’equipaggio dell’automedica con a bordo il dottorAngelo Fornaro direttore dell’U.O.C. anestesia e rianimazione presso l’ASST Cremona Ospedale Oglio Po, insieme all’infermiera e all’autista che ringrazio ma non ricordo i nomi“.

Un intervento rapido, come rapida è stata la decisione di come procedere. “Mia mamma è stata soccorsa con tempestività, competenza ed esperienza di chi sa che in certe situazioni i secondi fanno la differenza, il dottor Fornaro, comunicate le necessarie informazioni, ha attivato il trasporto all’ospedale di Cremona. Anche la scelta del presidio sanitario più idoneo da utilizzare non è stato casuale: gesti che hanno fatto la differenza. E mentre soccorrevano la mamma ci hanno sostenuto e rassicurato nel separarci da lei. Durante il viaggio verso Cremona tanti sono stati i pensieri e le domande. Pensieri e domande che hanno trovato risposta nelle parole del dottor Fornaro in Pronto Soccorso a Cremona“.

E’ al medico che va il profondo grazie di chi ci parla. “Grazie dottore per esserti dimostrato sempre disponibile nello spiegarci la situazione senz tralasciarne la gravità, grazie perché a seguito della tua precoce diagnosi ha permesso di intervenire per tempo, grazie per aver condiviso la nostra gioia quando, in tarda mattinata, abbiamo comunicato che la mamma stava meglio“.

La vicenda va avanti a Cremona. “Appena varcato l’ingresso del Pronto Soccorso ci ha accolto il neurologo dottor Pierluigi Rosario Palmieri: conciso, chiaro, preciso, determinato ci ha fornito le informazioni sulle procedure attivate da lì a poco e ci ha congedato dicendoci che adesso e nell’immediato doveva prendersi cura della mia mamma. E lui se ne è preso cura veramente, non l’ha mai lasciata dal Pronto Soccorso alla diagnostica all’ambulatorio, camminando a fianco del lettino, con la mano appoggiata alla spondina. In tempi record, la mamma è stata accompagnata in reparto, con accanto il dottor Palmieri. Ed è stato bello vederlo partecipe e contento del risultato ottenuto. E’ stato bello vedere i suoi occhi che esprimevano contentezza nel raccontare e probabilmente sotto la mascherina nascondeva anche un sorriso!

Tengo a precisare, anche a nome dei miei familiari che il dottor Palmieri quel giorno non era da solo, lui stesso anche quando ci ha spiegato delle condizioni e dell’intervento su mia madre, ha sempre parlato dell’equipe di medici che l’ha seguita sottolineando come ognuno, nel suo ruolo specifico, abbia contribuito all’eccellente risultato. L’ha più volte evidenziato, non prendendosi meriti da solo. Non sappiamo associare un volto ai nomi che successivamente abbiamo letto anche sulla cartella clinica ma questo non ci esime dal ringraziarli: dal neuroradiologo dottor Michele Besana all’anestesista rianimatore dottor Daniele Cristadoro“.

Poi la nostra amica è tornata sul neurologo: “Il dottor Palmieri – ci dice con un sorriso – si riconosce perché è sempre di corsa: se vedete un camice bianco svolazzare scendere le scale dagli alti piani dell’ospedale di Cremona fin giù al Pronto Soccorso è lui e se vi riconosce ha solo il tempo di alzare una mano. Sa che da li a breve si deve prendere cura di una persona come quel giorno con la mamma. Un ringraziamento particolare all’infermiera e amica Barbara Azzalidella terapia intensiva che, pur essendo a casa per turno si è resa disponibile ad interessarsi della mamma in collaborazione con il collega di turnoMattia Bozzetti. Oltre all’averci fornito delucidazioni su alcune procedure tecnico-sanitarie li ringraziamo per il supporto psicologico.
Un immenso grazie anche a Cristiano Belluardo di Cremona. I nostri complimenti vanno anche al direttore del reparto di neurologia dottor Bruno Censori, un medico che ti mette a tuo agio e che ci ha sempre, quasi quotidianamente, aggiornate sul decorso di salute della mamma. Grazie a tutto il personale medico, infermieristico, OSS e agli addetti alle pulizie: educazione, cordialità e un sorriso associato ad un saluto hanno contraddistinto e valorizzano la loro professionalità. Grazie al dottor Zampini, alla dottoressa Francesca Capriolipresente e disponibile in reparto, cordiale e premurosa anche nel post ricovero. Esprimiamo inoltre la nostra gratitudine al medico di famiglia dottoressa Paola Demicheli per la premurosa, scrupolosa e costante assistenza e disponibilità”.

La mamma di chi ci racconta è seguita dall’affetto infinito delle figlie ed ha trovato sulla sua strada ottimi professionisti. “Si è spesso propensi a puntare il dito e a giudicare quando le cose vanno male, a trovare un capro espiatorio, perché dare la colpa agli altri fa sempre notizia, e spesso sembra lenire il dolore. Con parole di ringraziamento noi abbiamo scelto di raccontare il bello, il bene, il positivo spesso taciuto“.

Non vuole, e ce lo ripete, che si metta il suo nome. “Basta quello di chi ha seguito mia mamma, metti una mamma e le sue figlie“. In fondo, medici, infermieri, e tutto il personale che gira attorno ad un intervento sono quelli che contano. Quelli, che in questo caso ci hanno permesso di raccontare una storia bella, a lieto fine. Ed anche per noi, come per la nostra amica, è tutto quello che conta.

Nazzareno Condina

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