Cronaca

Biodiversità, le varietà e le
razze a rischio in Lombardia

Dalla cipolla rossa di Breme alla vacca Varzese, dal melo campanino alla pecora Ciuta, sono 23 le varietà vegetali e 16 le razze animali attualmente minacciate di abbandono in Lombardia. È quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione della Giornata della Biodiversità, istituita dalle Nazioni Unite e che si celebra il 22 maggio.

Tra i vegetali considerati a rischio – precisa la Coldiretti Lombardia sulla base dei dati regionali – si contano 10 varietà di melo, 5 varietà di vite e 8 varietà tra orticole e cereali. La rossa di Breme, ad esempio – continua la Coldiretti Lombardia – è una particolare varietà di cipolla coltivata nell’area circostante il territorio di Breme (Pavia), introdotta dai monaci poco dopo il 900 d.C e che per il suo sapore particolare viene anche definita “La Dolcissima”.

A rischio ci sono poi anche il mais spinato di Gandino (Bergamo); il mais nero spinoso che si coltiva ancora in alcuni comuni del Bresciano; il mais rostrato rosso chiamato così perché ha il granello caratterizzato da una punta appuntita (rostro), oltre che la cipolla dorata di Voghera (Pavia), il riso vialone nero, il fagiolo borlotto di Gambolò (Pavia) e la zucca cappello di prete mantovana dalla caratteristica forma a turbante.

Tra le 10 varietà di melo – afferma la Coldiretti regionale – che in Lombardia rischiano l’abbandono, troviamo ad esempio il campanino, il decio, la frascona e la rosa mantovana. Non mancano poi anche varietà di vite a rischio scomparsa nelle campagne lombarde: la Mornasca coltivata ancora in Oltrepò Pavese, la Schiava nera, il Groppello di Mocasina, la Maiolina e l’Invernenga, questi ultimi tre legati ai territori bresciani.

Sul fronte dell’allevamento – prosegue la Coldiretti Lombardia – attualmente tra le razze in pericolo si contano 5 tipi di bovini, 4 ovini, 5 caprini oltre che il cavallo da tiro pesante rapido e l’asino romagnolo. Tra i bovini accanto alla mucca Varzese Ottonese, l’unica razza bovina autoctona della Lombardia, troviamo la Cabannina, dalla caratteristica riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana il cui latte è utilizzato per produrre il Parmigiano Reggiano, la Rendena, la Bruna Originaria.

A questi – continua la Coldiretti Lombardia – si aggiungono le pecore: quella di Corteno presente nella Comunità Montana di Valle Camonica, la Ciuta, la pecora Brianzola e quella Bergamasca. Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono la Verzaschese dal caratteristico mantello nero, la Orobica dalle corna imponenti, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo.

La sopravvivenza di queste razze e delle varietà vegetali a rischio estinzione – conclude la Coldiretti Lombardia – è legata al lavoro di agricoltori e allevatori che scelgono di investire su animali e vegetali custodi di biodiversità genetica e testimoni della nostra storia rurale. La difesa della biodiversità, quindi, non ha solo un valore naturalistico ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy. “Investire sulla distintività – afferma Paolo Carra, vice presidente di Coldiretti Lombardia – è una condizione necessaria per le imprese agricole per distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.

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