Sgarbi e le consulenze, Antitrust riceve documentazione Sangiuliano
(Adnkronos) – Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha riferito di avere inviato una segnalazione all’Antitrust in seguito alla notizia secondo cui il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, si sarebbe fatto pagare per partecipare a conferenze e altri eventi. “Confermiamo la ricezione della documentazione inviata dagli uffici del ministro Sangiuliano. L’Autorità ha immediatamente iniziato l’esame della documentazione ricevuta”, ha riferito il portavoce dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
A quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti di governo, l’esecutivo va “verso un approfondimento” della posizione di Vittorio Sgarbi, il sottosegretario alla Cultura finito nella bufera per presunte consulenze d’oro svolte nel corso del suo incarico istituzionale. La Procura di Roma ha inoltre aperto un fascicolo per un presunto mancato pagamento del critico d’arte all’Agenzia delle Entrate, vicenda che risale all’ottobre 2020 e che riguarda anche l’acquisto all’asta di un quadro di Vittorio Zecchin. Due casi, in particolare il primo -viene riferito dalle stesse fonti- “attenzionati dalla presidente del Consiglio” e che dunque finiranno sotto la ‘lente di ingrandimento’ del governo.
“Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose”, ha affermato il Sangiuliano in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’. “Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro”, ha aggiunto il ministro che spiega di avere inviato una segnalazione all’Antitrust.
“Io rispondo del mio comportamento, il compito di vigilanza non ce l’ho io ma la magistratura – ha osservato Sangiuliano – E non posso certo sapere tutto quello che combina Sgarbi. Lo vedo una volta ogni tre mesi anche perché, dico la verità, lo tengo a distanza della mia persona, voglio averci a che fare il meno possibile”. E ha aggiunto: “Sgarbi non l’ho scelto io. Non dovrei essere io eventualmente a intervenire visto che il sottosegretario è nominato dal presidente del Consiglio. Per quanto mi riguarda gli ho dato deleghe secondarie. Lui mi aveva proposto una riforma del commercio delle opere che mi sono ben guardato anche solo lontanamente dal prendere in considerazione. E ciononostante mi ritrovo ad arginare i guai di Sgarbi”.
Che tipo di guai? “Va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni. E io poi dopo devo andare a spiegare ai giornali che questa cosa non esiste, che non si può fare, che c’è una procedura, che bisogna rispettare le leggi, che tutto va fatto con l’Agenzia del demanio. Se faccio l’elenco delle cose che lui dice che bisogna comprare tocca spendere 1 miliardo che lo Stato non ha. Comunque ho scritto a chi di dovere”, conclude il ministro.
“Il Partito democratico si associa alla richiesta di informativa in Aula del ministro Sangiuliano. Questa mattina siamo rimasti abbastanza stupiti, leggendo le dichiarazioni del ministro che sostanzialmente ha scaricato sulle spalle della presidente del Consiglio la soluzione dell’affaire Sgarbi”. E’ quanto riferisce in una nota Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura alla Camera dei deputati.
“Quello che vogliamo evidenziare è la gravissima inopportunità rispetto al ruolo di un rappresentante delle istituzioni – afferma Manzi – L’avevamo ricordato al ministro Sangiuliano anche qualche mese fa, dopo lo spettacolo indecoroso a cui avevamo assistito al Maxxi con le gravi dichiarazioni del sottosegretario Sgarbi. Allora si è fatto finta di nulla, oggi la questione si ripropone in modo ancora più grave e merita delle risposte e una presa di responsabilità politiche che ci sono, non solo richiamando l’intervento della Presidente del Consiglio, coinvolta nella nomina di un sottosegretario”.
Quindi, conclude l’esponente dem, “richiediamo anche noi un intervento e una chiara presa di posizione da parte del ministro in quest’Aula, oltre le interviste, che leggiamo a mezzo stampa, su quello che riguarda le vicende che sono state riportate in questi giorni dalle cronache”.
“Avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a Sottosegretario di Stato del professor Vittorio Sgarbi”. Lo chiede, in una mozione presentata alla Camera dal deputato Antonio Caso, il M5S.
Nella mozione vengono citati alcuni articoli pubblicati da ‘Il Fatto quotidiano’ secondo i quali, si legge nel testo, “da febbraio ad oggi il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi abbia percepito sostanziosi emolumenti, pari a oltre 300 mila euro, per aver presenziato inaugurazioni, mostre, conferenze, premi e quant’altro” e che “il sottosegretario Sgarbi sarebbe indagato a Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per non aver pagato debiti con l’agenzia delle entrate (in totale circa 715 mila euro) per l’acquisto di quadri”.
“Ad avviso dei firmatari del presente atto, oltre ai connessi eventuali profili di carattere penale, la condotta getta una oscura e pesante ombra sulla sua attività governativa in un dicastero di così tale rilievo e delicatezza”, si legge ancora nella mozione a cui si aggiunge la richiesta di un’informativa del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, condivisa dal Partito Democratico che chiede “un intervento e una chiara presa di posizione da parte del ministro in quest’Aula”, dice Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura.