Cronaca

Strage di Srebrenica,
toccante monologo al Filo

200 tra studenti e docenti degli istituti superiori Torriani (in particolare delle classi 5AINF, 5DINF, 4ALSA, 4AINFO, 4ABIO, 5BMAN) Vida,  Manin, Ghisleri, IAL, Anguissola, Stanga, Stradivari, Einaudi, hanno preso parte questa mattina al teatro Filo allo spettacolo ‘A come SREBRENICA’, portato in scena questa mattina in occasione dell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, proclamata dall’ONU.Si tratta di un monologo di Roberta Biagiarelli, dedicato alla strage di Srebrenica, nella ex Jugoslavia, classificato dal Tribunale Internazionale dell’Aja come genocidio.

La testimonianza sul genocidio di Srebrenica ha debuttato nel 1998 e fino ad oggi è stata replicata per ben oltre 600 volte in Italia e all’estero (Sarajevo, Tuzla, tour in Spagna, Vienna, Svizzera, Svezia e Gerusalemme).

Forte l’impatto per gli studenti del Torriani e in particolare di quanti fra loro sono attori del gruppo teatro dell’Istituto di via Seminario e hanno apprezzato, in particolar modo la bravura di un’attrice sola sul palco che, per più di un’ora, diventa narratrice e protagonista di una storia dove la Ragion di Stato e gli Interessi di Politica Internazionale hanno giocato con la vita di decine di migliaia di persone.

Il 19 febbraio 2019 il monologo è stato ospitato dal Parlamento Europeo a Bruxelles. A Srebrenica è stata scritta una delle pagine più oscure del Novecento e anche da quel luogo occorre ripartire per ri-pensare l’Europa, per non cadere nell’errore di liquidare il conflitto balcanico come qualcosa di risolto e lontano nel tempo. Una lezione della memoria contro il pericolo dei nazionalismi, delle divisioni e delle manifestazioni di intolleranza.

Riconosciuto a livello internazionale come l’ultimo Genocidio compiuto nel cuore d’Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Srebrenica non ha ancora visto una piena assunzione di  responsabilità da parte dell’Europa per ciò che accadde in quel luogo 28 anni fa. Il Memoriale delle vittime di Srebrenica a Potocari non è ancora un memoriale europeo: testimonia dolore e vergogna rispetto a ciò che è avvenuto e chiede che l’Europa si “ripensi” a partire dalla prospettiva di un nuovo umanesimo, tenendo fede a quei principi di fratellanza e solidarietà che ispirarono i padri fondatori a scrivere il Manifesto di Ventotene.

Dopo tre lunghi anni di assedio intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo bosniaca attacca la sua Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio 1995, giorno in cui le unità serbo – bosniache guidate dal generale Ratko Mladic entrano nella cittadina bosniaca. Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di 8.372 civili di quella metà di luglio del 1995 è solo l’epilogo di una storia iniziata tre anni prima.

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