Cronaca

Cambiamento climatico. La
cremonese Sofia Cerri al Torriani

“Perché dovrebbero interessarci i Poli? Perché dovrebbe interessare anche a noi cremonesi cosa sta succedendo ai Poli?” Sofia Cerri, cremonese, dottoranda di Scienze Polari all’Università Cà Foscari di Venezia, ha guidato le classi del liceo e del tecnico Torriani a capire le ragioni profonde di quello che è il suo principale interesse di ricerca. Una passione nata all’Università Bicocca di Milano con cui continua a lavorare e che si concretizza nella sua collaborazione anche con l’Istituto di Scienze Polari, un ramo del CNR che fornisce le basi scientifiche per le decisioni politiche ed economiche che vengono prese in materia di cambiamento climatico.

Questo Istituto gestisce la “Base artica dirigibile Italia” sull’Isola di Spitsbergen, nell’arcipelago delle Svalbard, da cui partì nel 1928 la spedizione polare del Generale Umberto Nobile e in onore della quale fu chiamata Dirigibile Italia. Qui, tra le altre cose, si studiano la criosfera, la biosfera, l’idrosfera, l’atmosfera artica; si effettuano perforazioni per estrarre calotte di milioni di anni fa per capire come l’uomo ha impattato sull’ambiente.

“Dalla analisi della complessità delle interazioni – ha spiegato Cerri – tra meteo, clima e circolazione atmosferica, possiamo comprendere l’origine di alcune anomalie: se sono variazioni persistenti, allora siamo di fronte a un cambiamento climatico”.

Guidati Cerri a comprendere ogni fattore di questa complessità, gli studenti hanno potuto dare una concretezza alla consapevolezza che conoscere i Poli, significa conoscere il nostro futuro.

Il ghiaccio marino influenza il bilancio energetico della Terra, riflettendo la radiazione solare e isolando  l’oceano dall’atmosfera. Negli ultimi decenni, si è osservata una riduzione significativa dell’estensione e dello spessore del ghiaccio marino artico e ciò significa una minore possibilità di riflettere la radiazione solare.

La ricerca scientifica come sfida al cambiamento climatico, l’avventura di ricerca ai Poli: per gli studenti si è trattato di un incontro formativo non solo importante per l’approfondimento sulle tematiche del clima relative all’Agenda 2030, ma anche per il racconto di una professione indubbiamente affascinante.

Cerri ha infatti raccontato il suo percorso, dal Manin a Cà Foscari con uno sguardo fisso sui Poli. Un itinerario di ricerca e di lavoro invidiabile.

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