Editoriali

Editoriale. Un atto vandalico
che fa male alla città

foto Francesco Sessa

Un atto inqualificabile: vandali, nella notte tra venerdì e sabato, hanno preso a martellate la sede di Alessandro Portesani, candidato sindaco del Centrodestra. A Portesani sono arrivate immediate e corali le parole di solidarietà di tutta la città: i partiti e i leader della sua coalizione; la coalizione di Centrosinistra che ha trovato la sintesi nella condanna espressa dal candidato sindaco Andrea Virgilio. Una solidarietà piena alla quale si aggiunge anche la nostra. Lo pensiamo e lo raccontiamo ogni giorno: siamo una comunità che fa della dialettica nell’analisi e nella costruzione dei progetti un punto di forza. E dunque ogni martellata colpisce l’intera comunità.

Toccherà agli inquirenti Digos e Scientifica prontamente intervenuti, risalire ai responsabili di un gesto che Portesani ha definito “ignobile e violento che crea molto dispiacere”. Qui vogliamo proporre due semplici riflessioni. La prima dice che quanto accaduto non appartiene alla cultura politica e al modo di sentire che fa di Cremona la città che tutti conosciamo e amiamo. Queste settimane di campagna elettorale – al di là di qualche inevitabile punta polemica – sono state segnate da una grammatica politica ispirata al rispetto. L’augurio è che quanto accaduto non “sporchi” questo clima, non venga strumentalizzato.

La seconda considerazione attiene al merito della campagna elettorale e del confronto. Lo sforzo dei candidati sindaco deve, nei pochi giorni che mancano al voto, parlare alla città di cose concrete, del come realizzarle, del sistema di relazioni con le quali realizzarli. Relazioni fuori e dentro la città. 

L’atto vandalico contro la sede di Alessandro Portesani è un atto vandalico che colpisce tutta la città. Non ci appartiene. Per questo la politica, che in queste settimane si sta confrontando in vista delle elezioni amministrative, per questo chi si candida alla guida dalla Comunità deve ritrovarsi dentro il valore comune del confronto, che significa riconoscere il valore dell’avversario, rispettarlo. Sentire che il futuro dipende anche dal modo in cui sappiamo raccontarlo. 

Lucio Dall’Angelo

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