Cronaca

La Cremo c'è, manca solo il gol
per prendersi "la cosa più bellA"

incono le difese. Per ora. In fondo a 90’ e abbondante recupero di finale playoff, nello 0-0 dello Zini, la Cremonese rafforza la consapevolezza di poter continuare a rincorrere “la cosa più bellA”, citando Stroppa. Ma dopo il pari bianco in uno stadio grigiorosso, per l’impresa servirà un upgrade a Venezia. Domenica al Penzo la Cremo deve vincere, quindi segnare, quindi tornare efficace per tornare tra i grandi.

Il primo round di un combattimento di 180’ che valgono non una bensì due stagioni perché mettono sul piatto il premio di quest’annata e la Serie A della prossima, ha lasciato tutto invariato. In laguna, altra bolgia, altro clima, ultimo giro di giostra. Lì si deciderà chi tra violinisti e gondolieri potrà far festa al rooftop del calcio italiano. Intanto, quel che lascia l’andata dello Zini è una punta di amaro in bocca per una partita che la Cremo ha voluto vincere e ha provato più del Venezia a portare in porto senza però pescare il gol necessario.

Le occasioni grigiorosse sono state distribuite in un primo tempo iniziato prendendo le misure al nemico e ripartendo da dieci undicesimi che avevano (stra)battuto il Catanzaro. Unica concessione ‘stroppiana’: Collocolo per Pickel. Di fronte, Vanoli specchia il suo Venezia con un 3-5-1-1 molto simile al vestito grigiorosso, con Pohjanpalo masticato dalla difesa di casa e Pierini più mobile su tutto il fronte. La sorpresa lagunare è Bjarkason al posto di Zampano, per tentare di sfiancare Zanimacchia in ripiegamento: piano non troppo riuscito.

Nel primo tempo quattro conclusioni di Buonaiuto – tre debolucce -, una bordata da lontano di Coda e una generale sensazione di predominio locale non sfociato nell’attesa gioia hanno caricato il secondo tempo di attesa, di speranza per i quasi 12mila cremonesi sugli spalti.

E la ripresa, dopo un avvio a rilento con la traversa a rimbalzare una punizione di Pierini, ha riproposto il canovaccio dei primi 45’. Aumentando il coefficiente di pericolosità delle sortite offensive grigiorosse. Ma né Coda, né Vazquez, né Zanimacchia, né Sernicola hanno trovato la chiave per aprire il lucchetto Joronen, fuorigiri sotto la Sud in campionato nel gol partita di Ravanelli ma impeccabile in finale playoff su ogni pallone scagliato dalla Cremo verso il bersaglio grosso.

Il primo incrocio ha detto che la partita più lunga dalla stagione è apertissima e servirà giocarla fino al gong. Nei prossimi due giorni Stroppa e Vanoli faranno la conta di uomini e risorse, smaltiranno acido lattico e faranno il pieno di magnesio e fosforo. Al Penzo serviranno energie e idee, oltre a identità e condizione. Servirà solidità al Venezia che può pareggiarne un’altra e festeggiare. Servirà cinismo alla Cremonese che dovrà trovare un gol più dell’avversario per riprendersi “la cosa più bellA”.

Simone Arrighi

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