Porta sfondata e abusi sessuali
sull'amica: 26enne a processo
L'accusa è quella di violenza sessuale. Vittima, una 24enne cremonese
Con violenza, avrebbe costretto una 24enne cremonese a subire atti sessuali mentre si trovava nell’appartamento di lei. Avrebbe tentato di baciarla sul viso e sul collo, l’avrebbe palpeggiata e poi l’avrebbe afferrata per il collo cercando nuovamente di baciarla. Con l’accusa di violenza sessuale è a processo un 26enne della Guinea residente a Cremona, assistito dall’avvocato Giancarlo Rosa. Il fatto risale al primo dicembre del 2021.
Nella denuncia sporta ai carabinieri, la ragazza aveva raccontato di conoscere l’imputato da circa tre anni e che tra loro c’era solo un rapporto di amicizia. Da lui, la ragazza acquistava piccole dosi di hashish e per lo scambio i due si incontravano all’interno dei giardini di via Magazzini Generali. Dopodichè ognuno andava per la propria strada. In altre occasioni, quando la ragazza non aveva soldi, si incontravano nello stesso posto per “fumare in compagnia”.
Il primo dicembre lui si era presentato ai giardini senza lo stupefacente, ma la ragazza gli aveva comunque consegnato 20 euro, chiedendogli, per la prima volta, di portarle l’hashish a casa sua appena lui ne avesse avuto la disponibilità. Alla sera, poco dopo le 21,30, lui l’aveva chiamata. Era sotto casa della 24enne e aveva lo stupefacente da consegnarle. Lei però lo aveva raggiunto in strada. Ai carabinieri, la ragazza aveva spiegato di essersi accorta del suo strano atteggiamento: “Cercava di parlarmi da vicino, si sentiva che aveva bevuto, e aveva due birre in una busta”. Dopo la consegna del “fumo”, lui le avrebbe chiesto insistentemente di salire da lei per fumare una canna insieme e per bere le due birre.
La giovane, seppur controvoglia, aveva accettato. “Solo perchè in altre occasioni”, aveva fatto mettere a verbale, “quando ero sprovvista di soldi, lui mi offriva da fumare”. Una volta in casa, però, lui avrebbe cominciato a toccarla e a palpeggiarla. “Ero impietrita dalla vergogna”, aveva raccontato la giovane in sede di denuncia. Lei ha detto di averlo respinto più volte con le mani, ma lui l’avrebbe presa per il collo e avrebbe tentato di baciarla. La ragazza era poi riuscita a farlo uscire di casa, con la scusa di chiedergli di andare a comprare un’altra birra. Al suo ritorno, lui l’avrebbe chiamata al telefono e, non ottenendo risposta, si sarebbe attaccato al campanello.
“Dopo circa un’ora”, aveva raccontato la ragazza, “ho sentito suonare il campanello di casa e dietro la porta c’era lui. Qualcuno gli aveva aperto il portone del palazzo e lui era riuscito ad arrivare fin davanti al mio appartamento”. Continue ed insistenti, da parte dell’imputato, le richieste di poter entrare. “Lui urlava”, ha raccontato la giovane, “e lo sentivo inserire degli oggetti all’interno della serratura per poter aprire la porta. Dopo mezzora, ha iniziato a prendere a calci la porta fino a quando la stessa ha ceduto sulla parte della serratura. “In quel momento”, ha ricordato la vittima, “sono esplosa in un urlo di terrore, tale da attirare l’attenzione dei vicini. Sentivo le loro porte aprirsi e allora ho raccolto le mie ultime forze e l’ho spinto fuori di casa. Lui è scappato dalle scale prima dell’arrivo dei vicini”.
La ragazza aveva poi telefonato alla madre, spiegandole l’accaduto. “So che mia figlia compra del fumo da questo ragazzo”, aveva detto la mamma della 24enne ai carabinieri. “Penso siano amici e non mi risulta che lei sia mai stata fidanzata con lui. Purtroppo mia figlia è una ragazza difficile, ma ora con l’aiuto dei servizi sociali e del Serd, spero possa migliorare, visto che è ancora molto giovane”.
Oggi avrebbero dovuto testimoniare sia la vittima che la madre, ma nessuna delle due si è presentata, pur avendo ricevuto regolare citazione. A questo punto i giudici hanno disposto l’accompagnamento coattivo, comminando a ciascuna un’ammenda di 200 euro. L’udienza è stata aggiornata al prossimo primo aprile.
Sara Pizzorni