Primo Maggio, i sindacati:
"Sicurezza sul lavoro è un diritto"

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Alla vigilia del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, si piange ancora una vittima sul lavoro: si tratta del giovane operaio, 35enne, che ha tragicamente perso la vita nel cantiere di ristrutturazione dell’Italmark di Soresina.
Su questa nuova morte sul posto di lavoro intervengono i sindacati, Cgil- Cisl- Uil. In una nota stampa le sigle sindacali scrivono: “Non possiamo tuttavia limitarci al dolore. La morte di un lavoratore sul luogo di lavoro non può mai essere considerata una tragica fatalità. Ogni incidente è il risultato di mancanze, di ritardi, di sottovalutazioni in tema di sicurezza. In un paese in cui ogni giorno si continua a morire di lavoro, è inaccettabile che la tutela della salute e della vita delle persone non sia posta al centro delle politiche d’impresa e delle azioni di controllo”.
I sindacati poi chiedono “che si faccia piena luce sulle dinamiche dell’incidente, individuando tutte le eventuali responsabilità, e ribadiamo con forza che la sicurezza deve essere una priorità assoluta e non un costo da tagliare. Questa tragedia ci ricorda, una volta di più, quanto sia ancora lunga la strada per costruire un lavoro
davvero sicuro, dignitoso e rispettoso della vita umana. La sicurezza sul lavoro è un diritto .Oggi più che mai, ricordiamo chi ha perso la vita e rinnoviamo il nostro dovere: lottare ogni giorno per garantire che il diritto alla sicurezza sia davvero esigibile, in ogni cantiere, in ogni fabbrica, in ogni luogo di lavoro”.
Ivan Zaffanelli, Segretario generale Cisl Asse del Po, dichiara: “Custodire il valore della vita e comprendere i rischi che possono esserci nei luoghi di lavoro è fondamentale. Il nostro impegno va in questa direzione. Bisogna fermare questa strage, per mettere i lavoratori nella condizione di vivere il lavoro senza pericoli ed in maniera sicura. La strada è ancora lunga, ma non bisogna fermarsi. È importante veicolare questo messaggio tra i giovani che saranno le lavoratrici ed i lavoratori del domani. Ci sono stati dei provvedimenti rilevanti fatti dal Governo, penso alla patente a crediti e all’aumento degli ispettori, ma non basta, bisogna assolutamente continuare ad intervenire, facendo in modo che ci sia una strategia nazionale. In questa strategia nazionale un punto fondamentale deve essere la formazione: nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Serve anche altro: bisogna qualificare le imprese e bisogna, per esempio, utilizzare al meglio l’intelligenza artificiale che può essere una leva in grado di aiutare a colmare eventuali rischi e a gestire al meglio il processo produttivo.”
Elena Curci, Segretaria generale Cgil di Cremona, aggiunge: “Un Primo Maggio dedicato al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, perché il dramma dei morti sul lavoro non accenna a placarsi. Crescono gli infortuni mortali, quelli gravi e invalidanti, ma anche quelli minori che spesso non vengono denunciati. Ci sono purtroppo ancora aziende che fanno di tutto per non far emergere gli incidenti, per evitare le responsabilità. Non possiamo pensare di fermare questa strage fino a quando la salute e la sicurezza sul lavoro saranno viste come un ostacolo da aggirare. In troppe aziende ancora si lavora male, in fretta, sotto pressione, con l’ansia costante di perdere il posto, con un sistema degli appalti e subappalti che ha ridotto le persone a meri strumenti di produzione. È necessario che anche l’Italia metta al centro il lavoro sano e la buona occupazione. Bisogna garantire la salute e la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro: lo dobbiamo a tutti i lavoratori e le lavoratrici.”
Germano Denti, Coordinatore territoriale Uil di Cremona, conclude: “Il Primo Maggio non è una festa, ma una celebrazione nel ricordo sempre presente delle lavoratrici, dei lavoratori e dei sindacalisti che hanno sacrificato le loro vite per consegnarci un futuro fatto di dignità, lavoro sicuro e rispetto. Non perdiamo questa memoria: consegniamola alle future generazioni…i nostri figli.”