Centro Sinapsi, open day: inaugurata
sala intitolata a Lucia Bianchini
Open day domenica mattina al centro Cr2 Sinapsi, nato per volontà della Fondazione Occhi Azzurri e inaugurato due mesi fa. Scopo della giornata, è stato di far conoscere l’attività del centro, nonché intitolare la sala polifunzionale alla dottoressa Lucia Bianchini, neuropsichiatra infantile recentemente scomparsa, che ha lavorato molto per l’attivazione del centro.
“Lucia Bianchini era la nostra neuropsichiatra infantile di riferimento, ma era soprattutto un’amica di famiglia, che ha messo in gioco, oltre che competenze tecniche mediche, anche tutta una parte legata alla all’accoglienza e alla capacità di ascoltare i bisogni delle famiglie, interpretandoli e rendendoli centrali rispetto anche all’intervento terapeutico” commenta Filippo Ruvioli, presidente della Fondazione. “Era una persona che, all’interno del progetto, aveva dato un contributo importante a livello di ideazione dei servizi che avremmo dovuto erogare”.
L’intitolazione della sala è stata fatta con una cerimonia solenne nell’auditorium a sua volta recentemente intitolato a Silvia Braga, defunta moglie dello stesso Ruvioli: “La sala intitolata a Lucia è uno spazio multidisciplinare, nella quale lei avrebbe dovuto fare delle valutazioni multidimensionali, anche con un contributo di tutte le persone che gravitano intorno alla vita di questi ragazzini, valorizzando la famiglia e le persone che nei contesti di vita di questi ragazzi. Lo scopo è quello di creare una presa in carico totale generale del bambino e della famiglia”.
Molto è stato fatto sinora, ma molto ancora c’è da fare, e per questo è necessaria la collaborazione di tutti. “In questa fase stiamo accumulando esperienza. Fino a gennaio non erogheremo servizi, perché siamo in fase di rodaggio. Stiamo cercando di capire bene quali sono i bisogni delle famiglie, quali sono le opportunità che si possono generare all’interno del centro” spiega il presidente.
Importante è anche la formazione della squadra che si occuperà di gestire il centro e i suoi servizi: “Stiamo costruendo una squadra che abbia questo tipo di visione, che che sia molto aperta alla collaborazione, al lavoro d’equipe. E’ un lavoro difficile, perché non tutti sono abituati a procedere in questo modo. Stiamo facendo le cose per gradi”.
Fondamentale, conclude Ruvioli, sarà far conoscere il centro alle famiglie cremonesi: “Sono 400, solo in città, quelle che hanno problematiche di questo tipo. E se riusciamo a raccogliere un buon numero di adesioni possiamo fare richiesta per diventare centro accreditato, in modo da poter erogare gratuitamente i servizi”.
Laura Bosio