Politica

Lo scandalo tessere: veleni sulle primarie Pd

Oddio, la storia della nostra Repubblica è piena di brogli  nelle urne e nei congressi. Sono anni che registriamo segnalazioni di  traffici di tessere e traffici di schede, voti rubati e voti venduti, manipolatori ai seggi e nelle assemblee. Da quando De Gasperi ci ha chiamato  alle urne sia per eleggere l’Assemblea costituente sia per esprimerci  a favore della monarchia o a favore della repubblica , se ne sono viste e sentite di tutti i colori.

Nessun partito si è mai risparmiato in magie alla Silvan. Nessuno. Ci hanno provato tutti. Qualcuno ha rubato per il partito, qualcuno ha rubato per sé. I giocolieri migliori – ha scritto Guzzanti padre –  erano però  a sinistra “dove c’era  gente allenata nell’antica casa comunista a moltiplicare i pani e i pesci”.

Ma oggi è diverso. Oggi è un’altra cosa. L’aumento esponenziale  delle iscrizioni – un boom   di false tessere   – non è soltanto indicatore di uno psicodramma Pd. E’ qualcosa  di più grave. Lo ha detto bene Roberto Morassut, veltroniano schierato con Renzi e Delrio nonché “Commissario” inviato dal Pd in Puglia a verificare i brogli  denunciati nelle votazioni congressuali.   Morassut non ha tergiversato. “Il dato drammatico –  ha detto –  è  che sta emergendo la natura di un partito diviso  non in correnti ( che, nel bene e nel male  sono espressione  di posizioni politiche ) ma un partito diviso in piccole  cordate che mirano solo alla gestione del potere. E dobbiamo porre rimedio subito  perché i partiti della Prima Repubblica sono morti proprio così, quando è sparita la Politica  ed è rimasta solo la lotta per il potere”.

Il quadro che emerge  è desolante.  I “pusher “ delle tessere tossiche  non si sono fermati davanti a nulla. Hanno  tesserato anche anziani e stranieri pagandoli  per iscriversi e votare.  Il senatore democratico  Stefano Esposito , uno che non è mai salito  sul carro del vincitore  ( è favorevole  alla Tav e, con Violante, è pure favorevole  allo slittamento sul voto per la decadenza di Berlusconi );  ecco, uno così, si è indignato.  Ha raccontato tutto su  Facebook quel che ha visto  nel suo circolo  torinese di Santa Rita, e poi è sbottato: “Questo Pd mi ripugna”.  Sostiene di aver visto i pusher sganciare 15 euro  a tessera e che in questo modo  il suo circolo  ha fatto 111  nuove iscrizioni. Un quarto del totale. Una volta occorreva un anno per fare cento tessere. Racconta anche che “a Vercelli ha votato uno  che due giorni prima su Facebook  inneggiava a Mussolini. Si sono iscritti centinaia di Laqualunque”. E poi.”Se il nuovo  sono i signori delle tessere….”.

Intanto i vecchi militanti che hanno fatto la storia della sinistra se ne vanno.  Loro se ne vanno e arrivano  peruviani, albanesi, romeni.  Immagino che Togliatti si stia rivoltando nella tomba.  Lui e il suo braccio destro Massimo Caprara (morto 4 anni fa). Ma, va aggiunto, il buon Caprara, dopo la morte di Palmiro,  ebbe sussulti di verità. Diceva: “Togliatti scelse il fango, preferì la soggezione al regime sovietico piuttosto che la libertà intellettuale”. A Lorenzetto, nel 2004, confidò:”Fra i dirigenti ex comunisti  quello che assomiglia di più a Togliatti è D’Alema. Perchè, come Palmiro, D’Alema è infido, ingrato, concorrenziale.Uno di cui aver paura”.

lo scandalo delle tessere tossiche è iniziato a fine ottobre ed ha invaso il Paese, dal Piemonte alla Sicilia, rovesciando tonnellate di veleni sulle primarie dell’8 dicembre.  E’ tutto una faida.  Avvisa dalla sua Sicilia il “barone rosso” Vladimiro Crisafulli detto Mirello, uno che controlla militarmente i voti nella sua Enna (è il nuovo  segretario del Pd, ha vinto con l’86% dei voti). Dice:  “Tiro la volata a Cuperlo per capriccio. Per spregio ai renziani che mi hanno infangato  perché ho rifiutato di aiutarli”. Mirello lo scorso inverno , alla vigilia delle elezioni politiche, si è visto annullare la sua candidatura al Senato  dai garanti del partito perché , come disse Luigi Berlinguer, “è opportuno  tutelare la nostra immagine e onorabilità”.  Ma che bel ambientino. Ed  ora che succederà?  Matteo sta scoprendo quanto è duro espugnare il fortino rosso, l’apparato non gli risparmia attacchi e sgambetti, per  Epifani il futuro è Letta:lo ha detto chiaro e tondo:   “ Chi vincerà le primarie  non sarà l’unico  in corsa per Palazzo Chigi, è fisiologico”. Aspettiamoci di tutto, di più.

Enrico Pirondini

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