Tumori, Cremona perde il primato ma i big killer restano cancro a seno, polmone, retto-colon e stomaco Sabato Conferenza territoriale
Cremona perde il secondo posto in Regione per cause di morte da tumore e passa al quarto. In provincia i ‘big killer’ restano tumore al seno, al polmone, al retto-colon e allo stomaco. Sabato 24 novembre, presso l’Aula Magna dell’Ospedale di Cremona (inizio ore 8.30) si terrà la II Conferenza Territoriale prganizzata dal DIPO (Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico) coordinato da Ines Cafaro (Direttore UO Radioterapia Ospedale Cremona). Un appuntamento che pone in risalto l’importanza di una strategia territoriale condivisa finalizzata a sconfiggere le patologie oncologiche. Durante i lavori verranno illustrati i dati provinciali di incidenza e prevalenza dei principali tumori rilevati nella provincia di Cremona e sarà fatta un’analisi comparativa sugli stessi dati relativi alle medie della Regione Lombardia e del resto di Italia. Durante la conferenza saranno fatte valutazioni prospettiche e di esito delle progettualità avviate nel territorio dell’ASL della provincia di Cremona con gli erogatori specialistici e i Medici di medicina generale. Fra gli autorevoli relatori Mario Melazzini Assessore alla Sanità – Regione Lombardia. Intervengono: Simona Mariani (Direttore Generale dell’AO di Cremona), Gilberto Compagnoni (Direttore Generale dell’ASL della provincia di Cremona) Luigi Ablondi (Direttore Generale AO di Crema).
La lotta al tumore richiede oggi soprattutto sinergia di intenti e condivisioni di programmi fra tutti gli attori (compreso il paziente). Questa è anche la mission del DIPO (Dipartimento Interaziendale provinciale Oncologico). L’integrazione ospedale/territorio, ASL e strutture ospedaliere è stato e continuerà ad essere l’obiettivo da perseguire, interpretando così anche le indicazioni regionali. Molto è stato fatto in questa direzione ma molto c’è ancora da fare. La II conferenza oncologica provinciale che si è svolta lo scorso 24 novembre era rivolta anche ai medici di medicina generale perché contro le malattie oncologiche è indispensabile fare fronte comune anche sul territorio, tenendo conto di tutte le implicazioni umane e sociali.
IN PREPARAZIONE AL CONVEGNO, ECCO ALCUNE DOMANDE E LE RISPOSTE DELL’OSPEDALE
Quali sono le patologie oncologiche più diffuse nella nostra provincia e quale l’incidenza?
I big killer della provincia di Cremona sono quattro: mammella, polmone, retto-colon e stomaco. Il tasso di mortalità nella provincia si è ridotto negli anni; nel 2007 abbiamo fortunatamente perso il poco invidiabile secondo posto nella classifica regionale, passando al quarto dopo Bergamo, Lodi e Pavia. La neoplasia mammaria è causa di mortalità nel 19% di donne affette da cancro; il polmone nel 24% per gli uomini e nel 11% nelle donne ammalate di cancro. Colon e retto rappresentano il 10% e lo stomaco il 9% di mortalità nei pazienti oncologici. Quest’ultima patologia vede le aziende ospedaliere e l’ASL coinvolte in un progetto per la realizzazione del registro del Tumore gastrico, insieme alla provincia di Mantova dove, pur in presenza di stili e condizioni di vita sovrapponibili, la patologia appare meno espressa.
E’ corretto dire che oggi ci si ammala di più o semplicemente il numero crescente dei pazienti oncologici è dovuto a diagnosi sempre più precoci e a una maggior consapevolezza dei cittadini?
Numerose sono le concause coinvolte nell’aumento dell’incidenza della patologia tumorale. La diagnosi precoce non è sicuramente fra queste. Potrebbe, forse, fare talora eccezione il tumore della prostata perchè il frequente ricorso al dosaggio del PSA (Antigene Prostatico Specifico) in pazienti asintomatici rende “malati” una quota di individui nei quali la neoplasia è a lenta crescita e rimarrebbe sub-clinica per tutta la vita. Negli altri casi la vera causa è “il vivere più a lungo”. L’anziano viene ad avere una bassa resistenza, una più lunga esposizione a fattori ambientali ed insulti endogeni, una riduzione fisiologica dell’immunocompetenza e una alterazione delle difese antitumorali (difetti nei tumor suppressor genes e ridotte capacità di riparazione del DNA).
In che misura è cambiato l’approccio terapeutico e perché è più efficace?
L’approccio terapeutico è senz’altro più efficace, le conoscenze sono aumentate e lo sforzo per la ricerca è sempre maggiore. Inoltre l’introduzione di nuovi farmaci e di nuove strategie terapeutiche ha condotto a esiti positivi. La malattia neoplastica in molti casi oggi è “cronicizzabile”. Sicuramente, rispetto al passato, molta più importanza è data alla qualità di vita dei pazienti e non solo alla sopravvivenza, limitando quanto più possibile, a parità di efficacia, trattamenti più mutilanti.
Perché è importante aderire alle campagne di screening?
La vera vittoria sul tumore sarà quella di evitare che si sviluppi. Le campagne di screening – e mi riferisco soprattutto al tumore del colon e del retto – hanno l’obiettivo non solo di riconoscere la malattia in fase iniziale, ma soprattutto di impedire la trasformazione maligna di polipi eradicandoli endoscopicamente. Lo screening del cervicocarcinoma con il PAP test ha ridotto drasticamente l’incidenza della neoplasia del collo dell’utero. Individuare le donne con positività per il papilloma virus significa evitare lo sviluppo del cervicocarcinoma e comunque la diagnosi precoce fa la differenza fra la guarigione o meno. Aggiungo che la ricerca in questo campo ha permesso di sviluppare un vaccino per il controllo dell’infezione virale responsabile della neoplasia.
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