Asili nido comunali: iscritti dimezzati, il caro rette spaventa le famiglie
Fuga dagli asili nido comunali. I dati non sono ancora ufficiali, ma c’è preoccupazione in Comune sulla tenuta delle quattro strutture gestite direttamente, i nidi Navaroli, Lancetti, Sacchi, S. Francesco. Con ripercussioni possibili sia sul futuro del servizio, sia sull’occupazione del personale a tempo determinato che di anno in anno viene chiamato a lavorare. Il personale educativo, infatti, viene attinto da graduatorie e solitamente prima di ferragosto le interessate (quasi tutte maestre) erano già state interpellate. Quest’anno le prime chiamate sono state fatte ieri (martedì 13 agosto): 6-7 persone, a quanto pare, pochissime rispetto al dato storico. E questo, perché le iscrizioni sarebbero calate di circa il 50 per cento.
Le motivazioni non sono difficili da capire: in un anno si è passati da una retta mensile minima di 70 euro, valida per i redditi Isee più bassi o nulli, a 200 euro. A cui sono da aggiungere subito 150 euro (quota variabile, eventualmente da conguagliare con il mese successivo) a titolo di contributo per le spese di funzionamento mensili. Un salto improponibile per moltissime famiglie, che a questo punto cercano altre soluzioni per gestire i figli dai primi mesi fino ai 3 anni di età. Per le nuove iscrizioni e per chi iscrive il proprio figlio al primo anno è previsto il versamento di una quota di anticipo sulla prima mensilità di € 100 da saldare entro il 19 agosto e da versare con le stesse modalità con cui si paga la retta. La quota versata in anticipo viene conguagliata entro l’anno scolastico. Le fasce di reddito superiori ai 10mila euro l’anno (per le quali vale la retta minima), pagano quote mensili dai 250 ai 600 euro (oltre ai 150 di quota variabile).
La bufera che si era scatenata ad inizio estate sulle nuove rette introdotte dal Comune si era focalizzata sulle scuole materne, non tanto sugli asili nido. Nessuna mobilitazione delle famiglie, nessuna protesta, nessun bambino portato a dimostrare in consiglio comunale: forse l’entità del salasso era passata inosservata. Ma alla resa dei conti, ossia al momento delle iscrizioni, le famiglie hanno fatto due calcoli decidendo diversamente dagli scorsi anni. Ora c’è da capire cosa comporterà per il Comune un così considerevole calo di introiti rispetto a quanto messo in preventivo nel Bilancio faticosamente approvato a inizio luglio. Gli asili nido comunali infatti richiedono alcune spese fisse che prescindono dal numero di bambini frequentanti. La manovra di inizio estate per incrementar le entrate dei servizi a domanda individuale rischia così di diventare un boomerang per chi l’ha voluta.
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