Economia

Commercio e ztl, le novità non piacciono In pochi all'appello delle associazioni

I commercianti vogliono che il centro continui ad essere attraversato dalle auto, almeno quelli che hanno parlato, dei 28 che si sono presentati all’appuntamento convocato delle loro associazioni di categoria, in sala Maffei, per parlare del Piano della Sosta e della Mobilità. Non erano in tanti, è stata quindi una risposta debole quella degli operatori del centro, coloro che più di tutti dovrebbero essere interessati al futuro della viabilità nel quadrilatero racchiuso tra via Verdi – piazza Roma – via Manzoni – via Cesare Battisti, teatro di una vera rivoluzione se andrà in porto la proposta del Comune. Qui infatti è in programma l’inversione oraria della ztl, vietando il traffico dalle 8 alle 20 tra il varco di via Verdi e quello di piazza Roma/via san Filippo; e mantenendo sempre attivo il varco di via Cesare Battisti. Ad illustrare la proposta, Giuseppe Bini presidente di Confesercenti; affiancato da Fausto Casarin presidente Ascom, Giovanni Bozzini, Cna, Antonio Pisacane, direttore Asvicom, Paolo Mantovani, Botteghe del Centro, Achille Mazzini, Confartigianato. Linea dura quella dell’Ascom, espressa dal segretario Paolo Regina: il progetto del Comune così come presentato non va bene, la città è in piena crisi e lo dimostrano le tante vetrine spente, perciò ogni provvedimento restrittivo del traffico produce ulteriori danni. Proposta la sperimentazione semestrale, in concomitanza con Expo, dell’apertura completa  e senza restrizioni della ztl. Una  proposta che le altre associazioni temono significhi innalzare un muro nei confronti dell’amministrazione, che a quel punto si irrigidirebbe e farebbe di testa sua. Bozzini: “E’ molto semplice cavalcare il dissenso, ma noi abbiamo il dovere di mediare con l’amministrazione comunale. Se non andiamo compatti ma divisi, ognuno cercando di assecondare il proprio associato, non ne vale la pena. Avete visto cosa è successo con la Tari: ai primi incontri in Comune sembravamo tutti scolari di fronte ai professori, poi restando compatti li abbiamo convinti a rivedere i conti e abbiamo pagato di meno”.

E’ quel modello di confronto che le associazioni vorrebbero riproporre, ma la cosa sta stretta all’Ascom: “Essere compatti non significa essere unanimi – afferma Regina – .  Noi abbiamo sentito i commercianti del centro e riscontriamo che i varchi creano problemi. Come associazioni dobbiamo portare all’amministrazione la proposta di tenerli aperti per sei mesi. Certo che vogliamo compattezza, se no non saremmo qui”. E ancora Casarin: “Non vedo un progetto di città in questa proposta, anche se su alcune cose possiamo essere d’accordo, come gli stalli a rotazione o corso Mazzini chiuso. Ma che senso ha una linea di bus che collega centro storico al Cremona Po? La segnaletica in città è carente, chi non la conosce non sa dove andare a cercare  i parcheggi. Non si può chiudere una città senza prima aver fatto un adeguato arredo. Questo piano ci è stato proposto senza preventivo confronto”.

“Cosa abbiamo ottenuto alzando le barricate con Bodini o Garini? (gli ex sindaci che introdussero le prime ztl negli anni Novanta, ndr)”, afferma Paolo Mantovani, Botteghe del Centro.  “Nulla. Fare un titolo sui giornali non significa portare a casa una vittoria, anzi in questo modo abbiamo creato un danno di immagine, facendo circolare l’idea che a Cremona non si possa entrare”.

Deluso, a fine serata, Giuseppe Bini di Confesercenti. “Non è andata come volevamo, doveva essere un confronto construttivo per portare il contributo dei commercianti alla proposta del Comune. Il discorso invece si è incanalato su altro”. Mentre Antonio Pisacane, Asvicom, ritiene che la linea della rimodulazione oraria dei varchi sia la strada realisticamente più percorribile di contrattazione.

Tra gli interventi dalla platea, molte critiche all’amministrazione comunale, al fatto che gran parte degli amministratori siano pubblici dipendenti che immaginano una città ideale, senza aver mai toccato con mano i problemi di chi deve alzare la saracinesca ogni giorno, . “Non ne faccio una questione politica – ha detto tra l’altro Patrizia Signorini, Enoteca Cremona di via Platina – Ma certamente i problemi pratici di chi gestisce un’attività commerciale in centro storico non sono nell’agenda di chi ci amministra. Un esempio? Il carico  e scarico merci, o i permessi per i fornitori, che vanno richiesti in una zona scomoda come via Persico, e potrei continuare. Il problema a Cremona è che non puoi chiudere un asse di attraversamento come piazza Roma, per un semplice motivo: perchè non c’è alternativa”. Secondo un esperimento fatto da Ascom, per arrivare da via Manzoni a piazza Marconi senza attraversamento dell’attuale ztl, un auto deve percorrere più di due km.

“Oltre alla segnaletica – aggiunge poi Signorini in un lungo intervento sul suo profilo Facebook – serve  subito un progetto serio sull’arredo urbano, che sia elemento artistico di richiamo per i turisti; serve che il quadrilatero attorno al complesso monumentale della Cattedrale – Largo Boccaccino, Via Platina, Via Sicardo oppure fino al Museo del Violino – sia valorizzato e segnalato, ampliando la passeggiata del turista che potrebbe lì trovare installazioni artistiche o altro; serve che gli accessi per le attività di carico e scarico siano consentiti e agevoli, serve che le aree di sosta per il carico e lo scarico siano sgombre e disponibili; serve che la polizia municipale sia al servizio del cittadino automobilista che deve poter raggiungere la propria destinazione. Serve soprattutto la chiara e ferma intenzione che si deve lavorare per FAR ENTRARE LA GENTE IN CITTA’, dando servizi, bellezza, decoro, eventi: l’ideale della città senza auto è meraviglioso ma fuori tempo e irrealizzabile a queste condizioni. La città sarebbe senza auto, forse, ma di certo senza più abitanti e senza attività. Impossibile sovvertire l’ordine delle cose: in centro ci sono attività, uffici, punti di interesse che devono essere fruibili sempre: ordinare il traffico è necessario e ovvio, creare un’isola deserta e senza ponti sarebbe mortale e irresponsabile”.

g.b.

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