Imam ricattato da collaboratore: 'Paga o invio foto hard'
Frequentava anche il centro islamico di Cremona, l’imam di origini africane molto conosciuto a Brescia, vittima di una tentata estorsione da parte di un suo ex collaboratore. L’imam, 40 anni, è amico dell’ex presidente del centro islamico di Cremona, uno dei destinatari di foto e video compromettenti che l’ex dipendente dell’imam bresciano aveva inviato via whatsapp. Quelle foto, ricevute non solo dal cremonese Rachid Azizi, ma anche da altre persone, sarebbero finite in rete se l’africano non avesse versato consistenti somme di denaro, nell’ordine di decine di migliaia di euro. L’ex dipendente, un operatore televisivo di nazionalità marocchina, è però finito in manette con l’accusa di tentata estorsione. Tutto è partito a causa di alcune divergenze lavorative, problemi che ormai si trascinavano da tempo e che sono culminati in un vero e proprio ricatto sessuale con foto in cui la vittima è insieme ad una donna in pose audaci. Secondo l’imam, però, si trattava solo di fotomontaggi. In ogni caso l’uomo si è rivolto ai carabinieri che hanno organizzato un appuntamento ‘trappola’: l’imam ha chiamato il suo ex dipendente dicendogli che l’avrebbe incontrato per dargli il denaro richiesto. Ma all’appuntamento c’erano anche i militari di Brescia che hanno arrestato il marocchino. Il suo arresto è stato convalidato, ma poi l’uomo è stato scarcerato ed è tornato in Marocco. Successivamente, proprio dal Marocco sarebbero arrivate altre richieste di denaro e pesantissime minacce dirette all’imam. In particolare, di nuovo la minaccia di diffondere le foto, ma anche quella di morte. Il marocchino lo accusava di essere stato in carcere per colpa sua, di aver perso il lavoro e che la sua famiglia era rovinata. All’imam non è rimasto altro da fare che procedere al deposito di un’integrazione di querela.
Sara Pizzorni
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