Cronaca

Torrone, passata la Festa arrivano le critiche: pochi stand e costi eccessivi

All’indomani della chiusura della festa del Torrone c’è chi chiede di cambiare registro dal prossimo anno. L’organizzazione così come è non soddisfa più i commercianti, molti dei quali hanno rinunciato ad esporre a causa dei costi troppo elevati. A raccogliere le lamentele è stato il consigliere comunale Marcello Ventura (Fratelli d’Italia): “Non solo i commercianti devono spendere tra gli otto e i diecimila euro per i dieci giorni di manifestazione; in più devono dare il 30-40 per cento dei propri guardagni all’organizzazione. Così nelle loro tasche non resta praticamente più nulla”. Questo ha comportato anche le lamentele da parte della cittadinanza in merito ai costi altissimi dei prodotti dolciari: “E’ naturale che i commercianti siano stati costretti ad esporre prezzi molto elevati: altrimenti non sarebbero neppure riusciti a sostenere le spese”.

“Tanto di cappello a chi ha organizzato la festa in questi anni: si è dimostrato lungimirante” continua Ventura. “Ma le cose ora devono cambiare: se già il numero degli espositori si era drasticamente ridotto quest’anno rispetto al precedente, per l’anno prossimo rischiamo di non aver più alcun banco. Infatti già molti hanno detto che non verranno più, proprio a causa dei costi”. Il consigliere comunale di questo chiederà conto all’amministrazione: “Voglio sapere quanti soldi vanno all’amministrazione comunale e quanti invece nelle tasche degli organizzatori. E se non riceverò risposte, presenterò un’interrogazione in merito”.

Per il consigliere, la kermesse va rivista su tutti i fronti: “Questo format ormai non soddisfa più. Va arricchito, altrimenti si riduce ad una mera fiera commerciale. La Festa del Torrone dovrebbe essere molto di più. E’ necessario organizzare convegni e dibattiti, per approfondire la storia di questo dolce e il contesto in cui è nato”.

Ma le lamentele arrivano anche sul fronte del commercio. Patrizia Signorini, contitolare dell’Enoteca Cremona di via Platina, una delle fondatrici della festa in versione ‘casalinga’ venti anni fa, consegna alla sua pagina Facebook i suoi pensieri su questa edizione, proponendosi di essere ‘propositiva’ e non critica. In sostanza, viene richiamata la necessità di recuperare “l’orgoglio di appartenenza alla nostra terra e alla nostra tradizione. Sia Cremona e il suo modo di essere l’obiettivo del viaggio delle migliaia di persone che vengono qui, e questo sarebbe il vero successo di una festa che porta economia e allegria a tutti ma che è nata e deve restare patrimonio e risorsa prima di tutto per noi cremonesi. Serve una partecipazione di tutte le forze economiche locali affinché il sostegno all’organizzazione sia certo ogni anno, servono formazione e informazione costanti affinché la conoscenza dei prodotti e delle tradizioni cremonesi sia reale e non di pura fantasia; serve mettere in moto un sistema di collaborazione fra addetti ai lavori affinché si creino sempre maggiori opportunità per diffondere e così difendere i prodotti dei nostri artigiani e delle nostre aziende …”.

In molti quest’anno hanno notato una minore concentrazione di stand dolciari, tornati in piazza Stradivari dopo il ‘trasloco’ sui corsi Campi e Garibaldi delle edizioni 2013 e 2014. Tra i motivi, anche il fatto che l’anteprima del 25 e 26 ottobre ha costretto diversi produttori a scegliere l’uno o l’altro periodo, visti gli alti costi di partecipazione.
Quest’anno l’allestimento della festa del Torrone è costata al Comune 18 mila euro (21.960 con l’Iva), di cui 5000 offerti dalla Fondazione Cariplo per l’evento della rievocazione storica del matrimonio Sforza – Visconti.

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