Il voto su Lgh ridisegna lo scenario politico in Comune
Lo scacchiere politico cittadino esce ridisegnato dal voto di venerdì scorso che ha visto l'approvazione dell'accordo Lgh ed A2a. Non tutta la maggioranza ha votato a favore; non tutta la minoranza ha votato contro.
Lo scacchiere politico cittadino esce ridisegnato dal voto di venerdì scorso che ha visto l’approvazione dell’accordo Lgh ed A2a. Non tutta la maggioranza ha votato a favore; non tutta la minoranza ha votato contro. Anzi, Forza Italia ed Ncd hanno più volte ribadito che sta nel proprio dna politico l’aggregazione tra società industriali, benedicendo per un buon 50% questa operazione targata centrosinistra. Hanno quindi scelto di non esprimere alcun voto, nemmeno l’astensione, dandosi assenti al momento di schiacciare il pulsante. Lo stesso hanno fatto il consigliere indipendente Alessio Zanardi e Marcello Ventura di Fratelli d’Italia, quest’ultimo prefigurando, nel suo intervento finale, scenari di illegittimità del voto consigliare se dovesse essere tirata in ballo la Corte dei Conti. Anche la Lega si è sfilacciata: dei due consiglieri, uno, Alessandro Fanti, era assente al momento del voto per ragioni più che logiche, essendo dipendente di Aem; l’altro, il capogruppo Alessandro Carpani, irriducibile contro le politiche Aem degli ultimi 5- 6 anni, ha votato contrario, allineandosi così al filone duro della Lega, quello dei sindaci della Franciacorta che, seppure in minoranza, hanno ribadito il no all’alleanza nell’ultima assemblea di Cogeme Rovato. All’interno del Pd, si registra l’assenza di Giancarlo Schifano, da sempre voce critica, soprattutto per ragioni ambientali, ad un accordo che vede Lgh allearsi con una società per cui l’incenerimento dei rifiuti è un business di prim’ordine.
La lacerazione più dolorosa però è a sinistra, con Francesca Berardi e Celestina Villa di Rifondazione Comunista che manifestavano cartelli al collo #A2Avaderetro” mentre il consigliere della loro lista Filippo Bonali (Sel) esprimeva il suo sì. Un sì che ricompatta la maggioranza alla guida del Comune (Pd e sindaco volevano fortemente la più ampia condivisione del progetto anche se i numeri avrebbero dato loro ragione anche senza il voto di Bonali). Difficile capire in che modo la rottura avrà effetti concreti sul governo della città, non esprimendo Rifondazione né consiglieri né assessori. E con un nome forte, quello di Celestina Villa, che per questioni personali è più fuori che dentro la vita politica del partito. Chiusa la partita Lgh, l’altro elemento critico su cui la sinistra potrebbe sganciarsi dal governo è l’autostrada Cremona-Mantova, argomento sul quale giace da tempo, sempre rinviata, una mozione di Francesca Pontiggia. Anche in questo frangente “Sinistra per Cremona – Energia Civile” dovrà accantonare le ragioni della sinistra più radicale (pur avendo spuntato garanzie ambientali nel corso delle trattative) in ossequio al ‘realismo’ mostrato in relazione al risiko delle municipalizzate?
g.biagi