Cronaca

Parlano le ragazze del Juliette: 'Dopo cena con sesso e cocaina'

Juliette: le testimonianze delle ragazze 'immagine’. Udienza tesa: confermati i rapporti sessuali a pagamento nel locale cremonese e l'uso di cocaina, ma contraddizioni con quanto dichiarato nei verbali. Una delle escort: 'Io pressata dai carabinieri'.

Nella foto, la testimonianza di una delle ragazze del Juliette

C’è chi ha avuto rapporti sessuali a pagamento al Juliette con vip e clienti facoltosi, come l’ex presidente del Parma Calcio Tommaso Ghirardi, c’è chi ha avuto proposte ma le ha rifiutate, e c’è chi assumeva cocaina insieme ai cugini Pizzi, titolari del locale, e all’ex maresciallo dei carabinieri di Vescovato Andrea Grammatico. Oggi il processo sul caso Juliette, il locale cremonese finito nell’occhio del ciclone lo scorso mese di giugno per un giro di droga e di squillo, è entrato nel vivo con le testimonianze delle ragazze ‘immagine’, alcune delle quali avevano accettato di prostituirsi all’interno del locale.

Come Maria Vittoria, 27 anni, che ha lavorato per tre anni come hostess e modella per la scuderia dei bresciani Matteo Pasotti ed Emilio Smerghetto, entrambi già usciti dal procedimento, il primo con una condanna a due anni e tremila euro di multa, il secondo con un patteggiamento a due anni e otto mesi. “Mi è capitato di avere rapporti sessuali a pagamento”, ha detto Maria Vittoria. “A Matteo e ad Emilio ho fatto capire che ero disponibile. Oltre al Juliette, mi è capitato anche di andare in alberghi con i clienti. Non ho un tariffario preciso, ma al Juliette i regali potevano essere di 500 o 1.000 euro. Quando serviva, Matteo mi faceva capire con parole allusive e mi diceva che in quel locale c’era bisogno di una ragazza giusta o sportiva”. Al Juliette, Maria Vittoria ha fatto sesso a pagamento per due volte. La prima, a dicembre del 2014 con un cliente. “Matteo Pasotti mi aveva contattata perché serviva una ragazza al tavolo di alcuni ragazzi carini e giovani che volevano divertirsi. A cena, oltre a me, c’erano due ragazze immagine italiane ed altre straniere”. Il rapporto sessuale tra Maria Vittoria e Walter, un ragazzo del gruppo, si era consumato in un ufficio a piano terra. “Qualcuno ci ha indicato la strada”, ha detto la giovane. Per quel rapporto, Maria Vittoria aveva preso un “regalo” di 500 euro.

A confermare il suo racconto è stato lo stesso cliente, anche lui sentito in aula. “Io e alcuni amici avevamo chiesto se era possibile organizzare una cena con le ragazze immagine e prenotare ristorante e discoteca”. La prenotazione l’aveva fatta un amico di Walter. “Dalle sue parole”, ha detto il teste, “si poteva capire che ci sarebbero state delle ragazze disponibili ad appartarsi”. “Le ragazze”, ha continuato il cliente, “ci erano state presentate da Marco Pizzi, uno dei titolari”. Allo stesso Marco, Walter aveva domandato se ci fosse un luogo dove potersi appartare. “E’ stato Marco ad accompagnarci in quell’ufficio. Dopo il rapporto, la ragazza mi ha chiesto se potevo farle un regalino”. Il teste ha poi dichiarato di essersi fermato a dormire con gli amici in un albergo dove erano stati raggiunti da alcune delle ragazze che avevano partecipato alla cena. “Fuori dal locale”, ha dichiarato Walter, “c’era una persona che insisteva affinchè portassimo le ragazze in albergo. Non so chi fosse”. Per la cena al Juliette, il testimone ha detto di aver pagato 3.000 euro, compresa la consumazione in discoteca dove era stato ordinato champagne.

Il secondo rapporto sessuale, Maria Vittoria l’aveva avuto nell’estate nel 2014, sempre al Juliette. “Un’amica brasiliana mi aveva chiesto se volevo bere qualcosa e poi concludere la serata con un suo amico. Mi ricordo un paio di stanze al primo piano. Ci ha accompagnato qualcuno, penso fosse Marco Pizzi. La mia amica stava con l’ex presidente del Parma Calcio Tommaso Ghirardi, mentre io ero nell’altra stanza con il suo amico. Alla fine del rapporto ho preso 500 euro”.
Durante l’esame della testimone, sono state diverse le contestazioni mosse dal pm Francesco Messina in merito ad alcune contraddizioni emerse rispetto a quanto riportato nel verbale di interrogatorio dei carabinieri, soprattutto in merito al presunto coinvolgimento dei cugini Pizzi nella parte di indagine riguardante la prostituzione.

All’epoca la ragazza era stata fermata dai militari insieme ad un cliente all’uscita da un albergo nel bresciano. Entrambi erano stati invitati in caserma dove erano stati interrogati per otto ore. “Ci sentivamo come due criminali”, ha detto in aula la testimone. “Il loro modo di fare le domande era molto deciso. Io ero molto spaventata. C’era una grandissima insistenza da parte dei carabinieri. Non ho un’immagine nella mia testa dei cugini Pizzi che accompagnano le ragazze nelle stanze per prostituirsi, né di loro che controllano la porta”.

Molti i non ricordo e tante le contraddizioni, insieme ad una certa agitazione, hanno contraddistinto la testimonianza di Melissa, una giovane di origini turche, anche lei ragazza immagine al Juliette. Tanto che il pm ad un certo punto le ha chiesto ‘Ma lei sta bene?’. Diverse le contestazioni mosse dal pm a Melissa rispetto a quanto aveva dichiarato ai carabinieri. “Sedevo spesso al tavolo con l’ex presidente del Parma e i suoi amici”, ha detto la ragazza, che, non senza reticenze, ha spiegato di aver ricevuto proposte da parte di Marco Pizzi e di sua moglie per avere rapporti sessuali completi con clienti dietro un corrispettivo in denaro di mille/duemila euro. “La moglie di Pizzi mi ha detto che i clienti mi avrebbero pagato molto bene. Improvvisamente mi sono ritrovata in una stanza con un uomo quasi nudo, sul tavolo cocaina e soldi e Gianluca Pizzi che è entrato con una bottiglia di champagne”. “E’ vero”, ha chiesto il pm, “che Gianluca Pizzi vi ha detto ‘Buon divertimento’?”. “Può essere”, è stata la risposta. “Io però”, ha raccontato Melissa, “non mi aspettavo questa situazione e me ne sono andata. Io non mi sono mai prostituita”. La giovane ha poi ammesso di aver fatto uso di cocaina al Juliette, ma ha negato, diversamente da quanto aveva raccontato ai carabinieri, di aver visto ragazze appartarsi con dei clienti, né di aver visto Gianluca Pizzi assumere cocaina. Melissa ha anche ammesso di aver conosciuto l’ex maresciallo Grammatico. “Era spesso al Juliette, l’ho visto assumere cocaina”. La cocaina, Grammatico, l’aveva offerta a Melissa quella volta che l’aveva accompagnata a casa in macchina. “Io l’ho rifiutata, ma lui l’ha presa perché doveva guidare, tenersi su”. “Conferma che Grammatico l’aveva minacciata, intimandole di non dire nulla di quanto succedeva al Juliette?”, le ha chiesto il pm. “Non è vero”, ha risposto la teste.

“Si vociferava tra ragazze che al Juliette alcune si prostituivano”, ha invece dichiarato Eleonora, 31 anni, altra ragazza immagine della scuderia di Smerghetto. “A me non è stato chiesto perché già in partenza Emilio (Smerghetto) sapeva a quali ragazze poter fare la proposta e a chi no. So, ad esempio, che una ragazza era andata con l’ex presidente del Parma. Le ragazze che accettavano di fare il dopo serata erano chiamate le indossatrici”. Durante l’esame, però, Eleonora non ha riconosciuto molte delle frasi riportate nel verbale del suo interrogatorio dai carabinieri. Verbale che comunque riporta la sua firma. “Non l’ho riletto perché quel giorno dovevo andare a prendere mia figlia all’asilo”. La testimone ha comunque ammesso che al Juliette si faceva uso di cocaina. “Anche io ne ho fatto uso. Ricevevo la droga sia da Marco Pizzi che da alcuni clienti. Ricordo uno in particolare che era amico di Ghirardi. La cocaina veniva consumata in bagno, in cambusa e anche nell’ufficio dei Pizzi. Una volta, nell’appartamento al primo piano, l’ho consumata insieme a Melissa”. “Luca Pizzi e sua moglie le hanno mai proposto un rapporto sessuale a tre?”, è stata la domanda del pm. “Non ricordo”, è stata la risposta. E a questo punto ha preso la parola il giudice Maria Stella Leone, presidente del collegio, che ha invitato la teste a dire la verità. “Non ricordo”, ha insistito Eleonora.

In aula è stato sentito anche Francesco, che ha lavorato per sette mesi al Juliette come cameriere e che ai carabinieri aveva rilasciato dichiarazioni fondamentali. Oggi, però, il testimone ha detto di non ricordarsi nulla a causa di un incidente accaduto lo scorso ottobre. “Ero in treno e ho sbattuto la testa contro uno spigolo, e da quel momento ho dei vuoti di memoria. Ho in corso una causa contro Trenitalia”. In merito all’incidente, il collegio ha ordinato che vengano svolti gli opportuni accertamenti.

Infine la testimonianza di Marika, ballerina prima al Tabù di Vescovato, dopo la gestione dell’ex titolare David Mazzon, e poi al In Bacchantis di via Ruffini a Cremona. La giovane ha detto di conoscere sia Grammatico che Mazzon, e ha riferito di aver assunto cocaina con l’ex maresciallo che gliel’aveva offerta. “Fuori dal locale, però, Grammatico non l’ho mai incontrato, anche se lui mi aveva telefonato invitandomi a fare una serata, il che voleva dire o droga o prostituzione”.

Le prossime udienze, per sentire altri testimoni, sono state fissate ai prossimi 17 e 31 maggio. Tra coloro che dovranno essere sentiti, anche due ragazze immagine che oggi non si sono presentate. La prossima volta arriveranno in aula accompagnate dai carabinieri.

Il collegio è presieduto dal giudice Maria Stella Leone con a latere i giudici Francesco Sora ed Elisa Mombelli. Imputati sono l’ex maresciallo Andrea Grammatico, che nell’inchiesta, oltre a rispondere dei reati di concussione, arresti illegali e atti falsi, è accusato di aver portato all’interno del locale la cocaina; i cugini cremonesi Luca e Marco Pizzi, titolari del Juliette, accusati di aver ceduto cocaina ai clienti facoltosi e di aver favorito la prostituzione nel locale, procurando le ragazze squillo; Ilham El Khalloufi, moglie marocchina di Marco Pizzi, accusata di aver favorito la prostituzione nel locale, e David Mazzon, ex titolare del Tabù’ di Vescovato, accusato di aver ceduto cocaina a diverse persone, tra le quali l’ex maresciallo Grammatico. Oggi gli imputati erano tutti presenti, tranne l’ex maresciallo Grammatico.
Le difese: Marco Pizzi e la moglie Ilham El Khalloufi sono assistiti dagli avvocati Fabrizio Vappina e Walter Ventura, mentre il cugino Gianluca Pizzi dai legali Massimo Nicoli e Giacomo Nodari. David Mazzon è difeso dagli avvocati Massimo Nicoli e Andrea Balzarini, mentre l’ex maresciallo Andrea Grammatico dal legale Marco Lepore.

Sara Pizzorni

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