Circondario cremonese, il Pd va a rilento: parola di segretario provinciale
A ridosso della scadenza referendaria, manca ancora una organizzazione del partito efficiente nei comuni dell'hinterland cremonese a differenza di quanto avvenuto a Crema e Casalmaggiore. Il segretario provinciale Matteo Piloni, da Crema sferza Cremona ma nessuno in particolare: "All'interno del partito vedo un po' di debolezza”.
Terminata l’estate delle polemiche per il Si e il No al referendum costituzionale (il prossimo 24 ottobre a Cremona ci sarà l’atteso confronto; non ancora noti i nomi che scenderanno in campo) il Pd stringe i tempi per migliorare la propria struttura territoriale ancora zoppicante, nonostante la preponderanza di sindaci ed amministrazioni di centrosinistra in provincia. “Sul circondario cremonese stiamo andando a rilento”, afferma il segretario provinciale Matteo Piloni, “mi auguro che la scadenza del referendum serva da stimolo per accelerare il processo di organizzazione del partito nel territorio”. Il problema, in casa Pd, attanaglia i vertici e la base non certo da oggi. Mentre attorno ai poli di Crema e Casalmaggiore si sono costituiti da più o meno tempo coordinamenti territoriali, la città di Cremona coi suoi cinque circoli è stata punto di riferimento anche per i comuni limitrofi. Pur trattandosi, in quasi tutti i casi, di bacini elettorali importanti e con amministrazioni storicamente di centrosinistra, il partito non si è strutturato come altrove. Da tempo il dibattito interno alla segreteria cittadina è focalizzato sulla “necessità che Cremona si apra al territorio”, per dirla con il segretario Piloni. Ma i risultati sono ancora scarsi e un coordinatore / portavoce non c’è, proprio nel momento in cui la presenza del partito nelle strade e nelle piazze anche nei comuni minori sarebbe importante per vincere la partita referendaria.
Piloni se ne guarda bene dall’indicare responsabilità locali, tenendosi lontano dalle lotte interne alla segreteria Galletti riaffiorate anche nei mesi scorsi, con le dimissioni di Lia a Beccara. “Se qualcosa non funziona, – afferma – la responsabilità è sempre e solo del segretario provinciale”. “Quello che rilevo è che mentre l’amministrazione comunale di Galimberti ha fatto e sta facendo molto per ragionare in termini di area vasta, creando sinergie a livello amministrativo col territorio, il partito sta andando a rilento. Vedo un po’ di debolezza, mentre servirebbe uno slancio nuovo. Pur essendo notevole e tutt’altro che banale il lavoro che sta portando avanti Simona Pasquali (presidente del consiglio comunale, ndr), che anzi voglio ringraziare in maniera davvero speciale”. Pasquali era stata indicata dallo stesso Piloni qualche mese fa come referente per creare una struttura organizzativa del Pd nell’hinterland del capoluogo.
Intanto le forze sono tutte orientate verso la campagna referendaria. Oltre all’appuntamento di Cremona del 24 ottobre, con il primo dibattito tra sostenitori del Si e del No, che dovrebbe schierare personaggi di levatura nazionale, ci sono altre due date importanti, una a Crema, venerdì 28 ottobre con il deputato pavese Alan Ferrari e una seconda a Casalmaggiore, a ridosso del referendum il 25 novembre, con Luigi Zanda, presidente del gruppo Pd al Senato.
g.biagi