Assemblea Aic, Cabini: 'Italia deve fare la differenza' Premiate 20 aziende
Si è svolta questa mattina, alla “Coim” di Offanengo, l’assemblea dell’Associazione Indistriali di Cremona (Aic). “Senza la creatività degli imprenditori non esisterebbe la rivoluzione industriale – ha detto il presidente dell’Aic Umberto Cabini – ed è proprio per celebrare questa versatilità al cambiamento, la perseveranza alla scoperta ed alla novità, che abbiamo previsto da quest’anno un momento nella nostra Assemblea per conferire un riconoscimento alle imprese che fanno dell’innovazione un loro punto di forza”.
“Ringrazio a nome degli imprenditori cremonesi il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per aver accettato il nostro invito, permettendoci così di ascoltare un’autorevole voce del Governo. E sappiamo, Ministro, la passione e l’attenzione che Lei riserva al sistema produttivo italiano”.
Il presidente Cabini ha sottolineato come le imprese vivano la crisi e quanto sia ormai “normale provare un sentimento di paura. Oggi l’economia mondiale è sotto shock. Attorno alla decrescita si sviluppano malesseri sociali, egoismi nazionali, sentimenti di chiusura, nei quali si annida il più pericoloso atteggiamento protezionistico, vero nemico dell’interesse comune. Ma le paure vanno affrontate”.
“L’europa è a un bivio: o si abbandona alle divisioni ed alla costruzione di muri o, e questa è la speranza, riaccende il fuoco del pensiero innovatore. Noi abbiamo bisogno di una Europa che cambi passo e giochi una partita nel mondo”. E il presidente Cabini ha sottolineato quanto l’Italia possa e debba fare la differenza: “L’Italia ha la credibilità per essere leader di una nuova stagione comunitaria, perché non ha mai abiurato al suo credo europeo e resta uno dei principali registi del progetto di unione. E per fare bene in Europa dobbiamo anzitutto fare bene a ‘casa nostra’, concentrarci sulla crescita.
L’Italia che saprà fare la differenza, secondo Cabini, sarà quella che riuscirà a favorire un rinnovamento del modello imprenditoriale. “Abbiamo eccellenze produttive che hanno saputo trovare nella qualità, nel rischio, nell’innovazione quotidiana dei meccanismi di difesa e di autorigenerazione.
Cabini ha poi relazionato sulla prossima scommessa dell’Aic: l’industria 4.0. Si tratta di una nuova idea di fabbrica, che in Germania è condivisa da 10 anni e che grazie alla permeazione delle tecnologie, in particolare di quelle digitali, ha permesso grandi risultati in termini di efficienza. “L’Italia che saprà fare la differenza dovrà costruire il suo modello di ‘impresa intelligente’ prendendo spunto dagli altri, ma continuando ad esaltare i tradizionali punti di forza, le vocazioni territoriali portandoli da sistemi ‘chiusi’ a moderne filiere. Le aziende dovranno investire in questo, ma il Paese avrà una grossa responsabilità: decidere di concentrare le risorse sullo sviluppo economico”.
E per mettere in pratica l’industria 4.0 sarà necessario praticare delle scelte, anzitutto “dare un senso costituzionale all’economia, scegliere una politica fiscale di stimolo e una svolta imprenditoriale per il sistema pubblico, qualificare il nostro sistema normativo, scegliere una strategia energetica per il Paese e scegliere l’efficienza come parametro per valutare ogni tipo di intervento pubblico”.
Anche Cremona guarda con passione ed ottimismo ad una nuova stagione economica ed è pronta a fare la sua parte perché l’Italia rialzi la testa. È un territorio che sa esprimere grandi capacità, con una forte inclinazione alla qualità, che sa ritrovare in tutti i settori. “Sappiamo fare bene il nostro lavoro, forse un po’ troppo lontani dai riflettori”, ha sottolineato Cabini. E i dati parlano chiaro: +20.04% di export manufatturiero tra il 2010 e il 2015 (quello della Lombardia è stato del 18.81%); la provincia di Cremona è la settima in Italia per incidenza dell’export alimentare sul valore aggiunto ed è la seconda provincia italiana per produzione lattiero caseario; nel settore siderurgico Cremona ha un export di 1.185 miliardi di euro nel 2015, pari al 12% dell’intera Lombardia; in Provincia ci sono 88 aziende che si occupano del settore chimico e nel settore cosmesi, il 52% del 60% totale italiano è concentrato nel territorio Cremasco.
Accanto alla rivoluzione industriale, secondo Cabini occorrerà una pari formazione industriale, che dovrà guidare gli imprenditori, ma non solo, perché “il Paese avrà bisogno di una rivoluzione morale che rilanci i valori etici, la trasparenza ed il merito. Dovrà quindi cambiare la politica, le Amministrazioni locali, le Banche, e bisognerà puntare sulle nuove generazioni”.
Apprezzato dagli imprenditori l’intervento del ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, che ha spiegato la manovra economica che contiene, appunto, il piano Industria 4.0: “Verrà istituita una cabina di regia che ogni sei mesi farà il punto coinvolgendo imprenditori, sindacati, ministeri e i centri di ricerca. Si tratta di un modello italiano con 13 miliardi di incentivi fiscali che dovrebbero sollecitare altri 10 miliardi di investimenti pubblici già nel 2017”.
“Questo è un Paese che sa dimostrare la sua grandezza nei momenti più difficili – ha concluso il presidente – Allora dimostriamo di saper fare la differenza migliorando il Paese, dando al nostro futuro una svolta morale e culturale”. Dopo l’assemblea sono state premiate una ventina di aziende.
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