Spettacolo

Stagione di prosa, dal 7 novembre al via la vendita abbonamenti

A via la campagna abbonamenti per la stagione di Prosa 2016/2017. Gli ex abbonati alla stagione 2015-2016 potranno esercitare il diritto di prelazione ritirando i nuovi abbonamenti dal 7 al 12 novembre. I nuovi abbonamenti saranno in vendita dal 14 al 18 novembre mentre i singoli biglietti potranno essere acquistati  dal 19 novembre.

L’inaugurazione della Stagione di Prosa è affidata ad una insolita “coppia” di personaggi che, da qualche anno a questa parte, sta riscuotendo grandi consensi di pubblico e critica: Andrea Scanzi – più che noto giornalista e scrittore ma anche opinionista in tv – e Giulio Casale, intenso autore, attore, musicista e interprete.

Con Il sogno di un’Italia racconteranno, vent’anni significativi, forse anche ironici, di storia italiana, attraversando fatti, persone, canzoni che hanno segnato un’epoca che va dal 1984 al 2004 ricca di accadimenti che analizzati oggi – in modo coinvolgente, ironico e a tratti toccante – ci fanno capire quanto, quest’Italia, non sia mai andata a tempo.

Si parlerà ancora della nostra epoca con un altro spettacolo di Teatro Canzone magistralmente interpretato, questa volta, da Neri Marcorè. Quello che non ho si ispira a due giganti del nostro recente passato, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De Andrè, portando in scena il sentimento di indignazione civile del primo e le “anime salve” del secondo.

“Irriverente, caustico e veritiero” così viene descritto l’ultimo spettacolo di Paolo Rossi (scritto a quattro mani con Giampiero Solari), il “piccolo grande” giullare che dopo il successo de L’importante è non cadere dal palco, torna in teatro con Molière: la recita di Versailles, ispirato a L’improvvisazione di Versailles (L’Impromptu de Versailles) opera di Molière del 1663.
Paolo Rossi qui è Molière, Molière è Paolo Rossi; due personaggi “allo specchio” alla guida di una strampalata compagnia nel tentativo di mettere in scena uno spettacolo in tutta fretta.

Chi non ricorda il capolavoro cinematografico di Milos Forman Qualcuno volò sul nido del cuculo? Con la regia di Alessandro Gassman la drammaturgia di Wasserman arriva sui palcoscenici italiani con la stessa forza e sostanza visionaria del romanzo, in un allestimento personalissimo, elegante e contemporaneo, e un cast eccezionale di attori tra i quali Elisabetta Valgoi (applaudita interprete in Un tram che si chiama desiderio di Antonio Latella).

Massimo Popolizio dirige – e magistralmente interpreta con Umberto Orsini e altri due grandi attori, Alvia Reale e Elia Schilton – uno dei testi meno conosciuti di Arthur Miller – qui tradotto da Masolino D’Amico – ma oggi estremamente attuale: Il prezzo è una storia famigliare a forti tinte segnata da un rovescio economico, da un’eredità da dividere e da decidere…ma a quale prezzo?

Fra i classici proposti il primo grande testo teatrale di Anton ?echov, Ivanov, con la sapiente regia di Filippo Dini che ne è anche interprete principale insieme ad altri otto attori. E, a seguire, un’originale messinscena della Locandiera di Goldoni con la neo nata compagnia Proxima Res tra cui figura uno dei più interessanti attori della scena italiana, Tindaro Granata.

DIVERSAMENTE PROSA

Per arrivare all’integrazione bisogna necessariamente partire da una parola chiave: migrazione, cioè “abbandonare la sede originaria per trasferirsi”.
È di questo che tratta il nuovo spettacolo di Pippo Delbono, regista degli emarginati e dei diversi, della passione politica tradotta in affresco teatrale, che col suo teatro riesce a creare immersioni  poetiche e impietose nelle più scottanti problematiche attuali.
Nel suo  nuovo lavoro, Vangelo, c’è tutto questo: entrano gli attori, eleganti nei loro vestiti e si siedono. Comincia così quella sorta di rito che è lo spettacolo.
Un rito laico eppure profondamente religioso, non tanto per il titolo quanto perché è tutto il teatro di Pippo Delbono ad essere animato da un furore “laicamente religioso”, c’è sempre, al fondo del  percorso di ricerca che conduce ad ogni spettacolo, una ricerca profonda del sé e dell’altro.

Lo spettacolo ci parla dei profughi, quelli che si sono salvati perché sono passati  dal buio del viaggio per riemergere in terra straniera. Lui li mostra ripresi con pudore. E, in uno dei momenti più forti dello spettacolo, porta un profugo afgano in sala a raccontare il suo viaggio della speranza e della salvezza. Beati i poveri, i perseguitati, gli ultimi…e mentre lo spettacolo avanza con una drammaturgia che procede per accostamenti in parallelo, per scontri, per evocazioni, libera il vero verbo del Vangelo, l’amore, la vita, la libertà, cioè il contrario della colpa, del peccato, della morte.

Con la seconda proposta ci si sposta dal tema cardine pur restando, però, nella drammaturgia contemporanea che, da sempre contraddistingue il diversaMente prosa. Venere in pelliccia – pièce teatrale da cui il regista Roman Polanski trasse l’omonimo film – è uno degli ultimi lavori di Walter Malosti, regista e attore colto e raffinato della scena italiana e conosciuto ed apprezzato dal pubblico cremonese, qui in scena con Sabrina Impacciatore in una sorta di duello teatrale tra due attori di grande talento.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...