Cronaca

Il sogno di un centro sportivo aperto a tutti: i retroscena della lotta per le piscine

I RETROSCENA DELLA BATTAGLIA PER LA GESTIONE DELLA PISCINA - Un centro sportivo per chi non può permettersi le storiche e costose società canottieri: ecco un altro motivo del no della Giunta Galimberti alla Fin e del sì alla proposta di Sport Management.

foto Sessa

Stop agli affidamenti diretti, ma puntare su gare, con o senza project financing. Un atto di indirizzo ben preciso, quello dato dal Pd quest’estate al sindaco Galimberti e alla sua giunta, i cui effetti si stanno vedendo anche in queste ore, con la caparbietà dimostrata da sindaco e assessori nel portare avanti il project con gara pubblica per l’affidamento delle piscine. Un ‘ordine di scuderia’ che – questo era l’input –  doveva essere applicato al canile, al campeggio e al tanto criticato bando delle piscine comunali. Un percorso però che in questo 2016 si sta rivelando molto più tortuoso del previsto: per quanto riguarda il canile, al bando si era presentata una sola ditta che poi è stata esclusa per mancanza dei requisiti, e adesso si deve cominciare daccapo; la gara per la gestione del nuovo campeggio nel parco del Po è andata deserta nonostante diversi soggetti avessero manifestato interesse; il project financing per le piscine sta creando aspre tensioni con le società natatorie cremonesi che temono di essere penalizzate dall’arrivo di un colosso nella gestione degli impianti pubblici come Sport Management, che è anche loro avversario nelle competizioni nazionali.

La necessità di discostarsi da gestioni ultradecennali con affidamenti diretti e non sempre al top della professionalità, sta spingendo la giunta Galimberti a percorrere la strada senza dubbio più trasparente, ma anche irta di difficoltà, della gara pubblica. E a spingere fortemente in questa direzione, oltre al Pd, è anche la componente di sinistra della coalizione, rappresentata dall’assessore Rosita Viola e dal consigliere Filippo Bonali, che – ad esempio – ritengono importante dotare Cremona di un centro sportivo degno di questo nome, che sia aperto davvero a tutti e non solo a chi si può permettere di pagare l’ingresso ad una società canottieri, dalla storica Baldesio all’ultima nata Stradivari. Il patrimonio di impiantistica pubblica, in quest’ottica, deve ritornare ad essere quello che era un tempo e garantire il diritto alla ricreazione e alla pratica sportiva per tutti, anche per i meno abbienti. Ecco perchè il braccio di ferro in corso in questi mesi tra giunta Galimberti da una parte e società del nuoto più Fin dall’altra, ha un significato che va anche oltre la questione delle corsie riservate agli allenamenti. C’è il dettaglio, in contraddizione con tante battaglie della sinistra, che Sport Mangement è una società per azioni che gestisce impianti pubblici in 39 città italiane e certamente non per beneficienza, ma in questo caso un privato che gestisca al meglio un bene pubblico è ritenuto preferibile ad un soggetto di natura giuridica pubblicistica che ha dato prova di non farlo.

Concetti ribaditi anche dall’assessore Pd Andrea Virgilio: “La piscina è di tutti – scrive su Facebook. Già, deve essere di tutti, deve essere a disposizione dei nostri atleti, deve ritornare anche quel luogo di socializzazione dei cremonesi. La scelta di aprire a nuovi progetti e a nuove proposte va in questa direzione, la gara pubblica è un segnale di legalità e trasparenza. La piscina comunale è un bene pubblico, non può essere soltanto a servizio di un pezzo di città. Per questo dobbiamo dare qualità alla gestione di quel comparto per questo anche nei prossimi giorni sarà opportuno approfondire e condividere anche nelle sedi istituzionali alcune criticità emerse in questi anni. Una città diventa forte se rifiuta con determinazione battaglie corporative, una maggioranza di governo diventa forte se si assume la responsabilità di fare scelte, evitando la melassa e l’assenza di decisioni di questi anni”.

sg – gb

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