Emergenza influenzale: al pronto soccorso in 1.800 negli ultimi 8 giorni
Emergenza influenzale ancora nel pieno con picchi da record nell’ultima settimana: in 8 giorni sono stati 1.782 i pazienti che si sono recati al pronto soccorso di Cremona (normale e pediatrico), con un afflusso di 308 pazienti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato notevole anche quello dell’ospedale Oglio Po, che ha visto 900 accessi. In particolare, da record è stato lunedì scorso, con 224 accessi in una sola giornata.
“Si tratta di dati complessivi che riguardano tutte le patologie, ma i numeri alti confermano un’andamento decisamente pesante legato alla sindrome influenzale, che si sta abbattendo sul nostro Paese in maniera molto più violenta di quanto il Ministero aveva previsto” spiega Antonio Cuzzoli, direttore della struttura. “Purtroppo l’influenza colpisce tutti: moltissimi sono i bambini malati, ma il vero problema sono i pazienti con patologie croniche di base, come problemi cardiologici, broncopneumologici, diabetici, nefropatici. Tutti coloro che soffrivano di qualche cronicità sono andati incontro a fenomeni acuti a causa dell’influenza”.
Insomma, il pronto soccorso è letteralmente preso d’assalto, anche a causa dei lunghissimi tempi di attesa che si trovano presso i medici di base. “Vediamo il 20enne sano che arriva con la febbre e complicanze respiratorie ma anche il cronico le cui patologie si riacutizzano in seguito all’influenza” spiega Cuzzoli. “Non critico chi viene al Pronto Soccorso per l’influenza perché noi siamo qui per offrire un servizio ai cittadini e il nostro è un atto dovuto, ma purtroppo questo allunga le attese perché dobbiamo dare priorità ai casi più gravi”.
Purtroppo all’orizzonte non si vede ancora la fine dell’emergenza. “Quest’anno l’influenza sta davvero picchiando duro: la variante Michigan del ceppo H3 N2, che sembrava avrebbe avuto un impatto minore rispetto agli altri anni, si sta invece rivelando di gran lunga peggiore”. E non sono mancati anche casi di particolare gravità: “Abbiamo avuto almeno una decina di pazienti anziani che sono arrivati in condizioni piuttosto impegnative” conclude Cuzzoli.
Laura Bosio