Sesso con 13enne: da incontro al ristorante agli abusi vicino alla scuola e alla palestra
Atti sessuali con una minore. E’ questa la pesante accusa mossa nei confronti di un marocchino di 33 anni che avrebbe costretto una ragazzina cremonese di soli 13 anni a subire rapporti orali. Ieri in udienza preliminare la giovanissima vittima, che oggi ha 16 anni, si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Fabio Galli. L’imputato, invece, è difeso dal legale Massimo Nicoli che sta valutando se chiedere o meno riti alternativi. Ha tempo fino al 15 novembre, data in cui è stata fissata la prossima udienza.
I fatti sarebbero accaduti tra il febbraio e il marzo del 2016. I due si erano conosciuti in un ristorante di Cremona dove lei era insieme ai suoi genitori e alla cuginetta. Ad un certo punto le due ragazzine erano andate nel cortile del locale per fare un giro. Nel ristorante c’era anche il marocchino che le aveva raggiunte fuori. “Come sei bella, complimenti”, era stato il suo approccio. Il marocchino e la 13enne avevano così cominciato a parlare. Tra un complimento e l’altro, lui le aveva chiesto il numero di cellulare, ma lei in un primo momento aveva rifiutato. Poi, davanti alle continue insistenze, si era lasciata convincere a fargli uno squillo per fargli memorizzare il suo numero. Quella stessa sera, una volta a casa, lui le aveva mandato un sms. Tra i due c’erano stati scambi di messaggi fino a quando il marocchino le aveva proposto di inviargli delle foto. Lei aveva rifiutato, ma poi, davanti alle continue richieste, gli aveva spedito due sue foto.
Una settimana dopo lui l’aveva contattata chiedendole di uscire. “Non posso, sto andando a danza”, era stata la risposta della giovane. “Allora ti raggiungo”, le aveva detto lui, e i due si erano visti nei pressi di una palestra in città. “Andiamo a fare un giro in macchina”, le aveva proposto il 33enne, ma lei si era rifiutata. “Allora parcheggio e parliamo”, le aveva detto lui. Ma non c’era stata alcuna chiacchierata. Lui l’aveva afferrata cercato di baciarla e di toccarla, poi l’aveva presa per i capelli costringendola ad inginocchiarsi e a subire un rapporto orale. La ragazza aveva cercato di liberarsi, ma lui le aveva dato dei piccoli schiaffi sul viso. Alla fine, lui si era allontanato e lei era andata a danza.
Qualche giorno dopo il marocchino era tornato alla carica, mandandole un sms. “Come stai?”. Poi le aveva chiesto di inviargli qualche foto. Al rifiuto di lei, il ricatto: “Se non me le mandi vado in giro a dire quello che mi hai fatto”. Le foto gli erano quindi state inviate: questa volta tre foto di lei in ‘deshabillé’. E ancora: “Ci vediamo?”. “No”, e di nuovo il ricatto: “Se non vieni le divulgo”. L’appuntamento, lei, che nel frattempo aveva compiuto 14 anni, glielo aveva dato nei pressi della sua scuola. “C’è gente”, aveva pensato, “è giorno e non succederà nulla”. E invece lui l’aveva portata in un vicolo dove l’aveva presa per i capelli costringendola a subire un secondo rapporto orale. La ragazza era poi riuscita a liberarsi e a fuggire via.
Questi fatti, la giovane li aveva raccontati prima alla sorella e poi ad un’assistente sociale. La denuncia era stata sporta in Questura. Grazie alle indicazioni della vittima, il marocchino era presto stato rintracciato. L’uomo ha ammesso i fatti, ma si è difeso dicendo che lei era consenziente e che gli aveva detto di avere 19 anni.
All’inizio il 33enne, al quale non sono state trovate le foto inviate dalla ragazzina, doveva rispondere di violenza sessuale. Un reato, però, non sostenuto dal pm e successivamente riqualificato in atti sessuali con minore. Ieri la prima udienza davanti al gup Elisa Mombelli.
Sara Pizzorni